Giovedì, 06 Febbraio 2025
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Al Lucca Comics & Games 2021 la nona arte racconta la malattia mentale: è possibile ‘guarire’ la società con l’animazione?

Recensione dello spettacolo L’Oreste. Quando i morti uccidono i vivi in scena al Teatro del Giglio di Lucca il 29 ottobre 2021

 

Febbraio 1980. La legge Basaglia ha permesso la chiusura dei manicomi e l’abbattimento di qualsiasi tipo di segregazione e istituzionalizzazione della salute mentale, prevedendo al contempo l’accompagnamento e la presa in carico delle persone affette da problemi mentali. Oreste, il protagonista di questa storia, è chiuso tra le quattro mura del manicomio di Imola. Qui trascorre le sue giornate tra alti e bassi: ora scrive lettere a una misteriosa quanto evanescente fidanzata conosciuta a un ‘festival per matti’ al manicomio di Maggiano a Lucca, ora chiacchiera con la sorella deceduta o litiga con il suo compagno di stanza Ermes, o ancora si vanta con i dottori del suo babbo cosmonauta spaziale. 

Sembrano tante le persone che gli girano intorno, ma fondamentalmente Oreste è solo: vittima di una società che soleva (e suole ancora) lasciare indietro chi è più fragile e in difficoltà. Abbandonato quando era bambino, sbattuto da un orfanotrofio a un riformatorio, da un lavoretto a un oltraggio a un pubblico ufficiale, da più di trent’anni è di casa a Imola semplicemente perché un tempo in Italia si usava così. A fargli compagnia i suoi fantasmi, proiezioni di una vita che l’ha distrutto dentro e da cui ancora non riesce a liberarsi. Sogni, desideri, incubi ed errori sono legati tra loro dal fil rouge dell’amore negatogli fin da piccolo dai genitori e che ne ha segnato il destino. Solo un gesto estremo, probabilmente compiuto in un momento di lucidità, potrà permettergli di ricominciare tutto da zero e portarlo finalmente sulla Luna come desiderava da tempo.

Introdotto nella scorsa edizione del Lucca Comics & Games, il Graphic Novel Theater rappresenta un’interessante modalità di far fluire l’animazione nel teatro. Illustrato dal fumettista Andrea Bruno e animato dall’Imaginarium Creative Studio, ‘L’Oreste’ è un pezzo toccante e commovente, a tratti anche divertente, che stimola la memoria e la riflessione in un momento storico in cui è bene e doveroso affrontare certi temi per ripensare la società in cui viviamo.  Claudio Casadio è un Oreste in carne e ossa che interagisce con le sue controparti animate come fossero reali, e questo dialogo dà vita a una vera e propria pièce teatrale che nulla ha da invidiare a quelle interpretate da un cast di attori veri. 

Nel lavoro dell’autore, Francesco Niccolini, si legge l’intento di voler dar voce a tutti gli Oreste del mondo per trovare alla malattia mentale un contesto nell’attuale società e smettere di demonizzarla. E quando sapremo prenderci cura di Oreste, allora saremo in grado di prenderci cura di tutti.

 

Diana Della Mura

31 ottobre 2021

 

 

Logoteatroterapia

 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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