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Eduardo De Filippo nasce a Napoli il 24 maggio del 1900, figlio illegittimo di Eduardo Scarpetta. Con i suoi fratelli Titina e Peppino, si ritroverà ben presto a recitare nella compagnia del fratellastro Vincenzo Scarpetta diventandone uno degli attori di maggiore spicco. Ma già dal 1931 i tre fratelli si uniranno per formare una compagnia tutta loro, la Compagnia del “Teatro Umoristico I De Filippo”. Dura poco più di un decennio il sodalizio tra Eduardo, Peppino e Titina. Nel ‘43-’44 scoppia il diverbio tra Eduardo e Peppino, che porterà a un insanabile spaccatura fra i due fratelli. Inoltre Eduardo si è ormai stancato del teatro umoristico, e (forse) complice anche l’incontro casuale con Pirandello, è ora pronto a percorrere altre strade.
Con Napoli milionaria, commedia scritta tutta d’un fiato all’inizio del 1945, Eduardo cambia improvvisamente rotta e sente di non potersi più esimere dallo scrivere una commedia sulla guerra e le sue terribili conseguenze. L’opera è completamente diversa da quelle realizzate fino a quel momento. Comica al primo atto, amara al secondo, quasi tragica al terzo. Porta sulla scena le storie conosciute da tutti, quelle che avvenivano nelle strade e nelle case della Napoli di allora.
Il primo atto si svolge a casa di Amalia e Gennaro Iovine nel 1942. La donna si barcamena col mercato nero per mandare avanti la famiglia, attività mal vista dal marito, il quale però non viene considerato da nessuno, né dalla consorte e neppure dai tre figli. Il secondo atto si apre su una situazione del tutto diversa, in casa si respira una certa agiatezza ma anche una durezza nel cuore di Amalia, che rifiuta di aiutare chicchessia senza un adeguato compenso in denaro. È passato più di un anno e Gennaro, partito per la guerra, improvvisamente torna a casa. Dimagrito, traumatizzato dagli orrori vissuti, si ritrova in una dimora che non riconosce, in una famiglia profondamente cambiata. Nel terzo atto Gennaro scoprirà che il figlio si arricchisce rubando auto, la figlia grande è rimasta incinta di un soldato americano ora ripartito e Amalia è diventata ricchissima con il mercato nero. Ma Rituccia, la figlia piccola sta molto male e sarà proprio una medicina offerta gratuitamente da uno dei tanti rovinati dalla durezza del cuore di Amalia, a donare un poco di speranza per la guarigione della piccola. Lo spettacolo si chiude con la celeberrima frase di Gennaro “ha da passa’ ‘a nuttata”, nella speranza non solo che la medicina faccia effetto, ma anche che la famiglia possa ritrovare l’affetto e Napoli i valori che ha perso. La “nuttata” attraverso la quale tutta l’Italia si libererà dal terribile cancro del fascismo per avviarsi alla guarigione.
Agli attori della compagnia, Eduardo chiede di recitare esattamente i personaggi che incontrano in città, dai quali comprano sigarette o caffè. E senza saperlo, quel copione incarna l’inizio di quello che pochi mesi più tardi sarebbe stato definito neorealismo. Napoli milionaria nasce prima di Roma città aperta e di Paisà di Rossellini, prima di Sciuscià e di Ladri di biciclette di De Sica, prima di La terra trema di Visconti. Eduardo è il primo a trarre ispirazione dalla realtà circostante per le sue commedie, quando ancora la guerra non era terminata nel nord Italia.
Con Napoli milionaria nasce anche la compagnia “Il teatro di Eduardo”. Quest’ultimo ormai intende rinunciare a tutto il repertorio comico portato in scena fino a quel momento. Eduardo è sempre più un artista unico nel suo genere: autore, attore, regista. E in un’intervista pubblicata esattamente il giorno dopo il debutto romano, Eduardo svelerà: “Il teatro che voglio fare adesso è un teatro dove l’intrigo dev’essere ridotto al minimo. Vorrei un teatro di cronaca quotidiana, nel quale io mi possa permettere il lusso di cacciar dentro ogni sera qualcosa che nella giornata mia ha impressionato e mi ha fatto pensare”.
Come ogni artista con la “a” maiuscola, la maturazione di Eduardo non gli permette più di portare in scena solite macchiette e situazioni umoristiche. Per lui ora il teatro diventa la lente d’ingrandimento con cui mostrare la vita vera, ma quella spicciola, quella di chi vive alla giornata di piccoli espedienti e gabba il prossimo per sopravvivere. Gli attori della sua compagnia dovranno essere sempre più vicini alla gente della strada e sempre più in grado di interpretare la realtà misera, squallida ma anche poetica che vive nelle strade delle città devastate dalla guerra, dalla fame, dalla povertà.
Napoli milionaria debutta a Napoli, al teatro San Carlo, il 25 marzo 1945. A Napoli la guerra è finita da soli sei mesi, ma i tedeschi sono ancora presenti in Italia. La platea è stracolma, ed Eduardo recita con grande emozione e apprensione. Ma leggiamo proprio le sue parole su quella prima serata: “Arrivai al terzo atto con sgomento. Recitavo e sentivo attorno a me un silenzio assoluto, terribile. Quando dissi la battuta finale, “ha da passa’ ‘a nuttata”, e scese il sipario, ci fu silenzio ancora per otto, dieci secondi, poi scoppiò un applauso fragoroso e anche un pianto irrefrenabile. Tutti avevano in mano un fazzoletto, gli orchestrali che si erano alzati in piedi, i macchinisti che avevano invaso la scena, il pubblico che era salito sul palco. Tutti piangevano e anch’io piangevo, e piangeva Raffaele Viviani che era corso ad abbracciarmi. Io avevo detto il dolore di tutti.”
Da quella sera in poi, Eduardo non smetterà più di “dire il dolore di tutti”. Da quella sera, Eduardo ha ricordato a tutti noi la missione più profonda e nobile del Teatro.
Lo spettacolo Napoli milionaria è presente sul canale on demand “Musica e teatro” di Ray Play, insieme a parecchie altre commedie del grande artista. Comodamente seduti sul divano del nostro salotto, potremo rivedere e riascoltare le grandi opere e gli eccezionali attori della compagnia di Eduardo.
Non siamo più nel 1945, il mondo e le comunità sono cambiati, anche se non del tutto. La miseria forse ha assunto altre forme ma ancora è presente nella società odierna. Per questo e altri mille motivi, Eduardo parla ancora a ciascuno di noi.
Cecilia Moreschi
1 febbraio 2021