Recensione di Re Lear in scena al Teatro Eliseo dal 21 gennaio al 2 febbraio 2020
Pochi, forse, come Shakespeare sono riusciti ad indagare così a fondo le pieghe dell’animo umano scandagliandolo fino ai lati più oscuri con lucidità priva di ipocrisie. Si giunge negli abissi dell’essere umano e ci si interroga sul senso stesso dell’esistenza nelle opere del Bardo. La tragedia Re Lear sposta l’obiettivo sul rapporto padri-figli/figlie. Si tratta della relazione più viscerale e naturale che l’individuo conosca, ma anche la più complessa e tormentata in questo caso. Il vecchio re Lear, nella Bretagna dei primi del ‘600 sta pe abdicare il trono alle sue tre figlie femmine, ma vuole metterle alla prova.
La sua vanità lo porterà a pretendere che la dote sia suddivisa in base alle dichiarazioni di amore incondizionato e di devozione senza limiti delle figlie. Le prime due, Goneril e Regan, faranno a gara per ottenere una cospicua parte dei territori del regno, mentre l’ultima figlia, quella più amata dal padre, si rifiuterà di sottostare a questo ricatto morale e rivelerà i suoi veri pensieri e sentimenti: ama il padre come deve una figlia, ma amerà anche suo marito un giorno, per cui il suo amore non potrà essere incondizionato. Rivendica così, non solo la sua autenticità, ma anche la propria autonomia all’interno della relazione col padre che pretende di essere protagonista assoluto allo sguardo delle figlie nonostante esse siano sposate o in procinto di farlo. Cordelia pagherà a caro prezzo la sua mancata ipocrisia, sarà diseredata e cacciata dal regno ma il svelerà la vera natura di Goneril e Regan e il povero Lear, abbandonato da tutti, in un momento della sua vita in cui, privo del titolo e avanti con l’età faticherà a riconoscere se stesso ritrovandosi solo e in preda alla follia. Solo nel finale tragico che accomunerà tutti, si renderà conto dell’errore commesso nei confronti di Cordelia. Nel contempo, s’intrecciano alle vicende dei reali quelle del duca di Gloucester, padre di due figli maschi, Edmund, illegittimo e mai completamente accettato, e Edgar figlio prediletto dal padre. L’atteggiamento poco equo nei confronti dei due figli, lo porterà all’odio sconsiderato di Edmund che tramerà alle sue spalle per eliminare dalla scena suo fratello e suo padre. Inoltre sarà la causa della morte di Goneril e Regan di cui diventerà l’amante..
Nella tragedia di Re Lear, le tante tematiche si intrecciano e rendono molto densa e complessa la drammaturgia. Il rapporto di Lear con le sue figlie è caratterizzato dalla sua egoistica pretesa di avere il loro amore esclusivo e di non riuscire a vederle come esseri separati e dotati di una propria autonomia: pena la recisione del legame. Il rapporto di Gloucester con i figli, invece è connaturato dall’incapacità di accettare e amare senza riserve un figlio non desiderato e di privilegiare spudoratamente quello legittimo. Accomuna invece figlie e figli la rivalità tra sorelle e fratelli. Altro aspetto attuale e interessante, infatti, è la mancanza di solidarietà tra i figli e il desiderio di primeggiare in vista di un’eredità o dell’amore genitoriale. Genitori, quindi, che non sanno amare in modo sano e figli rivali che giungeranno, per questo, ad un tragico destino. Sotto i riflettori anche la scelta coraggiosa di Cordelia di non rinunciare alla propria autenticità, accettandone coraggiosamente le conseguenze. L’animo puro di Cordelia ed Edgar, costretto a scappare per gli intrighi orditi da Edmund, è un controcanto agli animi abietti di Goneril, Regan ed Edmund. Sullo sfondo l’ottusità genitoriale.
Originale e ben riuscita la regia di Andrea Baracco. Una complessa scenografia dal carattere simbolico è stata allestita per esprimere l’intenso mondo interiore dei personaggi. Lo spazio scenico rompe la quarta parete e i personaggi spesso entrano in scena passando tra il pubblico; inoltre è diviso su più livelli collegati da un ascensore e da scale. Troneggia in alto la scritta gigante KING LEAR, mobile, grigia e nera, in mezzo alla quale di muovono gli attori. La sua presenza sembra un attore aggiunto che acuisce la tragicità della scena. I costumi sono contemporanei, interessante la scelta registica di preferire delle uniformi per gli uomini, che evocano il comando, mentre per i personaggi femminile abiti da sera, in colori diversi; Cordelia, nel ruolo più tragico, è in nero. La performance attoriale di Glauco Mauri nelle vesti di re Lear è a dir poco pregevole. L’ottantanovenne attore è riuscito a colorare di tutte le sfumature emotive il suo personaggio, rendendone vivi e palpabili i suoi conflitti interni, i suoi deliri, la sua disperazione finale. Credibile anche l’interpretazione di Emilia Scarpati Fanetti nel ruolo cruciale di Cordelia, mentre risultano, in alcuni passaggi narrativi, meno sentite le interpretazioni di Linda Gennari (Goneril) e di Aurora Peres (Regan), pur rimanendo di livello medio-alto. Troppo gridata, a tratti, la recitazione di Aleph Viola nei panni di Edmund, anche se, presumibilmente frutto di una mirata scelta registica atta ad amplificare l’indole aggressiva e malvagia di Edmund. Roberto Sturno si distingue nelle vesti del Conte di Gloucester per la padronanza della scena e per l’abilità interpretativa, creando, dopo Lear, il secondo pilastro attorno a cui ruotano gli altri personaggi. Il testo shakespeariano è ben fruibile da un vasto pubblico nella traduzione e nell’adattamento nell’italiano contemporaneo di Letizia Russo che rende la drammaturgia agevole e scorrevole, nonostante la marcata complessità. Il pubblico esce dalla sala provato e in religioso silenzio, continuando a meditare sull’assurdità della natura umana a cui ha appena assistito.
Mena Zarrelli
27 gennaio 2020
informazioni
Re Lear
di William Shakespeare
traduzione Letizia Russo
riduzione e adattamento Andrea Baracco e Glauco Mauri
con
Glauco Mauri
Roberto Sturno
e con
Dario Cantarelli - Enzo Curcurù - Linda Gennari - Paolo Lorimer
Francesco Martucci - Laurence Mazzoni Aurora Peres
Emilia Scarpati Fanetti - Francesco Sferrazza Papa - Aleph Viola
Scene e costumi Marta Crisolini Malatesta
Musiche Giacomo Vezzani e Riccardo Vanja
Luci Umile Vainieri
Regia Andrea Baracco
Produzione COMPAGNIA MAURI STURNO
FONDAZIONE TEATRO DELLA TOSCANA
PERSONAGGI E INTERPRETI:
Glauco Mauri - Re Lear
Linda Gennari - Goneril
Aurora Peres - Regan
Emilia Scarpati Fanetti - Cordelia
Roberto Sturno - Conte di Gloucester
Francesco Sferrazza Papa - Edgar
Aleph Viola - Edmund
Dario Cantarelli - Matto
Enzo Curcurù - Conte di Kent
Laurence Mazzoni - Oswald
Paolo Lorimer - Duca di Albany
Francesco Martucci - Duca di Cornovaglia
TEATRO ELISEO
Da martedì 21 gennaio a domenica 2 febbraio 2020
Biglietteria tel. 06.83510216
Giorni e orari: lun. 13 – 19, da martedì a sabato 10.00 – 19.00, domenica 10 - 16
Via Nazionale 183 – 00184 Roma
Biglietteria on-line www.teatroeliseo.com e www.vivaticket.it
Call center Vivaticket: 892234
Orario spettacoli:
martedì, giovedì, venerdì e sabato ore 20.00