Recensione dello spettacolo Out of love in scena al Teatro Belli 14 e 15 dicembre 2019 all'interno della rassegna Trend nuove frontiere della scena britannica XVIII edizione a cura di Rodolfo di Giammarco
Out of love di Elinor Cook è una storia d’amicizia, un viaggio discontinuo nel tempo in cui le oscillazioni tra passato, presente e futuro raccontano l’arco temporale di circa trent’anni che lega indissolubilmente Grace (Livia Antonelli) e Lorna (Dacia D’Acunto).
Il paesaggio post-industriale della provincia inglese è restituito da una materica e praticabile miniera di carbone, rifinita con tanto di binario e carrello, che satura la scena. Lì le due protagoniste giocano, crescono, scoprono i primi impulsi, si struggono per i primi flirt. Sono brevi quadri di vita che balzano da un anno all’altro, da un decennio all’altro in maniera scomposta; un continuo e inconseguente avvicendarsi di infanzia, adolescenza ed età adulta.
Dalle profondità di quella cava emergono drammi familiari, lutti, malattie, relazioni sinistre e oscure. Le madri sono assenti, fumose, genitrici di un futuro forzato. Il maschio è una radice da sradicare. L’uomo muore per mano propria e altrui, implacabilmente il maschio deve essere estirpato. Livio Remuzzi interpreta i numerosi ruoli maschili: prima compagno di scuola o fidanzato, poi amante, fratello o padre.
L’amicizia autentica e pura dell’infanzia si trasforma in morbosa e volubile nell’adolescenza per poi disgregarsi e diversamente fortificarsi in età adulta.
Il serrato montaggio di sequenze temporali non lineari compone un movimento concentrico il cui fulcro è l’intenso legame tra le due donne. Siamo spettatori delle evoluzioni di questi fragili personaggi. L’esuberante ed eccessiva Grace resterà incinta troppo giovane, perderà la grinta dell’infanzia come l’audacia dell’adolescenza. Tutte le aspettative si frantumeranno insieme all’amore per Lorna. L’invidia e la frustrazione annienteranno complicità e affetto. Lorna, introversa nell’infanzia poi lasciva nell’adolescenza, sarà succube degli uomini per tutta la vita.
Out of love è un avvincente pezzo di scrittura dal sapore noir e il regista Niccolò Matcovich coglie meticolosamente il sottotesto. L’aria ambigua e sotterranea si concreta corporea nei gesti simbolici e nei movimenti mimici dei bravissimi attori. È evidente un accurato studio dei personaggi e delle connessioni emotive che percettibili si fondono al linguaggio realistico di Elinor Cook.
La sinistra e torbida atmosfera è densa in tutti i quadri temporali, i rinvii e le ricombinazioni delle sequenze ricostruiscono una parabola sensoriale e temporale. La consonanza tra il misurato adattamento drammaturgico di Rocco Placidi, la suggestiva performance attoriale e l’intrigante regia di Matcovich genera il giusto equilibrio tra straniamento e realismo. Nella fitta scomposizione temporale un funesto colpo di scena, rivelato da un salto nel passato, ricolloca il carrello deragliato sui giusti binari. Le due donne ora sono pronte per un confronto autentico come quando erano bambine. Le tensioni scemeranno. Allora sarà chiaro… solo per amore, perché senza abbiam troppo vissuto.
Caterina Matera
18 dicembre 2019
Informazioni
Out of love di Elinor Cook
traduzione Maurizio Mario Pepe
regia Niccolò Matcovich
con Livia Antonelli, Dacia D’Acunto e Livio Remuzzi
dramaturg Rocco Placidi
scene e costumi Damiano Olivieri
musiche originali Adriano Matcovich e Benjamin Ventura
disegno luci Claudio Amadei
grafica Studio Boogie
produzione Compagnia Habitas