Recensione dello spettacolo Accabadora’ in scena al Piccolo Eliseo dal 13 al 24 novembre 2019
Quando si decide di trasporre un romanzo in un testo teatrale, l’operazione non è mai semplice e questo perchè è il cambio del tipo di medium utilizzato, dalla carta stampata ad attori in carne e ossa, a rappresentare un rischio: non si ha mai la certezza che il messaggio arrivi forte e chiaro al destinatario prescelto. Ecco perchè quando un regista decide di effettuare una tale operazione, si affida a chi sia in grado di cogliere l’essenza dello scritto trasformandola e adattandola per il palcoscenico in modo che la messinscena possa risultare quanto più possibile permeata delle originali intenzioni dell’autore. A volte si tratta di scommesse perse in partenza, mentre altre volte lo spettatore ha la fortuna di assistere a piccoli gioiellini, proprio come è capitato con lo spettacolo diretto da Veronica Cruciani.
La trasformazione del romanzo Premio Campiello 2010 ‘Accabadora’, scritto da Michela Murgia, in testo teatrale vede rimodellare e riadattare le atmosfere e i rapporti tra i diversi personaggi creati dalla Murgia in un modo del tutto diverso: laddove la storia del libro termina, inizia quella dello spettacolo che ricostruisce attraverso i racconti di una Maria ormai donna, il profondo rapporto d’amore che la lega a Bonaria Urrai, la sarta che l’ha adottata e l’ha amata più che se fosse stata sua figlia naturale. L’intensa e toccante intepretazione di Anna Della Rosa, che offre tutta se stessa in un concitato monologo di poco più di un’ora, avvolge e coinvolge lo spettatore che viene attirato nella gabbia mentale e nei pensieri di Maria, qui assoluta protagonista dell’incanto scenico. Già dalla forma scelta del monologo emergono le palesi differente con il romanzo che si incentra sulla figura di Bonaria Urrai, mentre al centro dell’azione teatrale qui è la fill’e anima : Maria, infatti, riavvolge il nastro della narrazione quando rientrata da Torino si ritrova al cappezzale della madre adottiva, e inizia a raccontare al pubblico la sua storia e il rapporto che la lega così saldamente a Tzia Bonaria.
Indovinato, quindi, l’adattamento teatrale di Carlotta Corradi che, pur rimescolando le carte, non ha tradito l’essenza del romanzo dimostrandosi capace di esplorare il racconto da un punto di vista ‘altro’ che piace sia a chi ha letto il romanzo e sia a chi vi si approccia tramite lo spettacolo. L’efficacia della riscrittura della Corradi, però, dipende molto dall’interpretazione della sua protagonista: decisamente affascinante il modo in cui l’attrice riesce con una naturalezza impressionante a diventare ora la piccola Maria curiosa e ammaliata dalla Tzia Bonaria, ora la donna che cerca di emanciparsi dal suo passato e dalla sua terra e ora la ragazza che non perdona alla madre adottiva di essere stata una ‘accabadora’, ovvero aiuta le persone in fin di vita a morire.
Circondata da una scenografia essenziale, quasi a rappresentare la gabbia mentale in cui Maria si muove e sembra imprigionata fino all’ultimo momento, Anna Della Rosa riesce nell’intento, non facile, di restituire al pubblico l’anima del romanzo e al contempo di far amare questo spettacolo dalle sfumature tenere e ironiche, ma anche pieno di quell’amore che si instaura tra due esseri umani che si sono compresi e riconosciuti fin dal primo sguardo, un affetto intimo tra una mamma e una figlia che sono state tutto l’una per l’altra, e che viene a galla pian piano. Maria adora la madre putativa finché la rabbia e la furia la invadono per aver capito cosa faccia Bonaria e chi sia davvero tanto da indurla a urlare di livore e di incredulità, ma la rabbia lascia man mano spazio di nuovo all’amore e al perdono e toccante è la scena della trasfigurazione della protagonista quando veste i panni della vecchia Bonaria e spiega perchè si sia presa volontariamente un ‘fardello’ che non era il suo.
Commovente e vibrante, questo spettacolo riesce a toccare le corde più profonde dell’animo e far riflettere sui rapporti che di solito si danno per scontati, quelli con i propri genitori.
Diana Della Mura
20 novembre 2019
informazioni
Accabadora
dal romanzo di Michela Murgia
edito da Giulio Einaudi Editore
Drammaturgia Carlotta Corradi
Con
Anna Della Rosa
Scene Antonio Belardi
Costumi Anna Coluccia
Luci Gianni Staropoli e Raffaella Vitiello
Suono Hubert Westkemper
Musiche a cura di John Cascone
Video Lorenzo Letizia
Regia Veronica Cruciani