Sabato, 23 Novembre 2024
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Shake Fools: la follia dei personaggi shakespeariani riprende vita e forma al teatro Trastevere

Recensione dello spettacolo Shake Fools in scena al Teatro Trastevere dal 9 al 13 ottobre 2019

 

È la pazzia a dilaniare da sempre l’umanità. Rendendosene conto già ai suoi tempi, Shakespeare non ha potuto fare a meno di raccontare storie di uomini e donne dilaniati dalle più superficiali alle più profonde forme di pazzia che possano attanagliare l’animo umano: proprio dagli scritti del Bardo e dalla sua piena comprensione della natura umana prende spunto Shake Fools che ripropone un punto di vista nuovo, originale e a tratti ‘eccezionale’ delle opere di Shakespeare. 

Così come il titolo crea un gioco di parole tra il nome del Bardo e il significato del termine ‘shake’, così gli autori e registi dello spettacolo, Manuela Tempesta e Giovanni Maria Buzzatti, hanno giocato con le figure dei ‘fools’ shakespeariani, ponendo però l’accento su temi di scottante attualità e su fatti di cronaca recente, che hanno ricucito addosso ad Amelto, Lady Macbeth, Otello e Desdemona, personaggi che con prepotenza entrano a far parte del nostro presente. 

Ecco quindi che il principe Amleto diventa l’entusiasta e incorruttibile rappresentante di un nuovo movimento politico che vuole dar voce al popolo opponendosi ai poteri forti, ma da cui viene usato e da cui cerca di non essere annientato (‘Imperativo è Restare Vivo’), così come Re Lear viene rappresentato come il re degli zingari Learich, mosso dalla voglia di integrazione con gli italiani ‘brava gente’ che invece ghettizzano lui, la sua famiglia e il suo popolo, mentre Otello è dipinto come il membro di un imprecisato clan camorristico che dissemina morte anche quando si innamora perchè non può cambiare la propria natura. Diverse situazioni con diversi protagonisti ma con un unico comune denominatore, la pazzia, che porta l’essere umano a fare proprie certezze e convinzioni contraddittorie e ad assumere atteggiamenti volti a ledere il prossimo senza apparentemente accorgersene. Non c’è riscatto per certi personaggi e non c’è scampo dalla loro reclusione: il diverso, in quanto tale, va allontanato dalla società. 

Ingegnoso e di forte impatto lo spettacolo, scritto e diretto da Manuela Tempesta e Giovanni Maria Buzzatti, vuole indagare i nostri tempi e induce lo spettatore a porsi interrogativi sulla natura umana e su quanto poco sia cambiata anche solo dai tempi di Shakespeare. Coraggiosamente sono stati riproposti all’attenzione del pubblico i più recenti episodi di cronaca, rappresentati efficacemente nella propria cruda realtà anche grazie all’interpretazione di attori che si sono saputi mettere in discussione. La violenza sulle donne, la malattia mentale che la guerra causa nei soldati, la società patriarcale che richiede alle donne in carriera di sacrificare la propria femminilità, gli ideali politici annientati dalla brama di potere: tematiche impegnative di fronte alle quali il pubblico in sala non si è voltato dall’altra parte ma sulle quali, anzi, ha saputo riflettere. 

Gli attori in scena hanno dato una gran prova di sè e della propria bravura: non solo lo stesso Buzzatti ha dimostrato di essere un vero camaleonte dando vita e personalità a tre figure diverse, ma anche Giglia Marra e Mavina Graziani hanno ipnotizzato e monopolizzato l’attenzione del pubblico con la loro femminilità e la loro forte presenza scenica mentre si veniva guidati nella lettura del testo da un eccezionale Enrico Franchi, il matto che introduce lo spettatore all’interno delle diverse storie a mo’ di Cicerone. Si è amato, odiato e compatito l’Amleto di Emanuele Guzzardi, che con i suoi tic e le sue paure si è saputo conquistare la simpatia del pubblico. Ineccepibile la colonna sonora firmata da Vincenzo Incenzo, che ha saputo sottolineare atmosfere e stati d’animo dei personaggi nonchè i cambi da un episodio all’altro rendendo ancora più fluida e naturale la narrazione. 

Questo inno alla follia, piaga universale dell’umanità, non passa inosservato e riesce a far riflettere e a innescare dubbi e domande scalfendo le certezze di molti.

 

Diana Della Mura      

12 ottobre 2019

 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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