Recensione dello spettacolo Manola al Teatro Due il 21 e 22 Settembre 2019
Entrando nel Teatro Due, in un piccolo vicolo nascosto nel pieno centro di Roma, sembra di bussare proprio alla porta dell’antro di una chiromante, come sarà Manola, l’eponima in absentia dello spettacolo.
La pièce gira intorno alla presenza sulla scena di questo personaggio senza volto, chiromante, indovina o alienista, come azzarderà una delle due protagoniste, in ogni caso una confidente per le due donne in scena, un’occasione per legittimare la propria personalità disfunzionale.
Due protagoniste, Anemone e Ortensia, che sono come un chiaroscuro di Caravaggio, le ombre servono a far risaltare la luce e viceversa.
Le due protagoniste della storia sono immediatamente connotate a partire dal loro nome: Ortensia, altera e integerrima come l’oratrice che portò avanti i diritti delle matrone romane e Anemone invece, come il fiore catalizzatore di sguardi, secondo la mitologia oggetto del desiderio persino dei venti.
Il dialogo della Mazzantini nella versione di Teatro al femminile, si traveste da stand-up comedy suscitando il riso generale della sala, creando un clima intimo e confidenziale.
Le attrici sulla scena Gaia Contraffatto e Virginia Risso, si rubano costantemente i riflettori complice anche un gioco di luci che ammicca alle loro confidenze, raccontando pillole della loro vita, dall’infanzia fino all’età adulta, secondo lo specchio deformante della loro versione. Seguendo un ritmo indiavolato e schizofrenico che ricorda le interpretazioni delle attrici nei film di Almodovar.
Due caratteri portati all’eccesso quelli creati dalle due attrici, ma la cui forza risiede nella capacità delle attrici di non rinunciare a mettere la propria realtà di donna nel personaggio: da un lato c’è Ortensia, vestita di nero, con le sue ossessioni crescenti, autoironica per necessità, dall’altro Anemone, una bambola perfetta “senza inconscio e subconscio”, variopinta, ma destinata a scolorirsi.
Con Manola l’obiettivo del progetto Teatro al femminile si può dire egregiamente raggiunto: dare voce alle donne rispecchiandone la mutevolezza camaleontica.
Mila Di Giulio
22 Settembre 2019