Lunedì, 25 Novembre 2024
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Pane, latte e lacrime: ironia popolana sotto i bombardamenti di San Lorenzo nel '43

Recensione dello spettacolo Pane, latte e lacrime in scena al Teatro de' Servi dal 17 maggio al 02 giugno 2019

 

“Erano giorni in cui non c'era niente, avevamo solo latte, pane e lacrime!”

Un fitto buio accoglie gli spettatori in platea. Si sentono solo le voci registrate di chi, suo malgrado, è stato testimone nel '43 del bombardamento americano su San Lorenzo, radendo quasi al suolo l'intero quartiere romano. Testimonianze di persone che, allora, erano poco più che bambini, segnati per sempre da questa triste vicenda.

Terminate le testimonianze, un cono di luce si accende ad illuminare la figura di Firmina (Francesca Pausilli), figlia di una famiglia numerosa ed una delle protagoniste della storia: sarà lei a guidare lo spettatore nel viaggio emotivo che di lì a poco intraprenderà.

Le luci sul palco si accendono. Inizia lo spettacolo.

La scenografia ci proietta nella Roma degli anni '40: due banchi dei fiori e qualche sedia servono a riportare alla mente l'esterno del cimitero Verano negli anni della Seconda Guerra. Il quartiere San Lorenzo, non molto distante, è ormai popolato da sole donne, private della protezione dei loro uomini e costrette a rimboccarsi le maniche per evitare che le bombe o la fame possano mettere fine alle loro vite.

Tutto lo spettacolo è centrato sul ruolo della donna che, in quegli anni, cambia radicalmente.   Escono dalle mura rassicuranti delle loro case, per indossare il ruolo di eroine in grado di far fronte alla tragicità di quei giorni con la forza e l'ironia propria delle popolane romane. Ed ecco alternarsi la sora Assunta (Giada Prandi), una fioraia che usa il banco dei fiori per i suoi incontri amorosi; Franca (Antonia Di Francesco), la cognata di Iole, rimasta vedova, convive con la colpa e il marchio di inutilità che la società, soprattutto negli anni '40, attribuisce ad una donna senza figli; Angeletta (Camilla Bianchini) è la matta del quartiere con una propria sensibilità. Gli unici “uomini” rimasti sono Umberto (Andrea Venditti), il custode del cimitero, di idee antifasciste, sebbene incapace di esporsi in prima persona. Ed, infine, Alvise (Franco Barbero), un impiegato del nord che lavora a Roma all'interno dell'università. E' il “professore”, come lo definiscono nel quartiere, poiché è l'unico dotato di un po' di cultura rispetto al contesto popolare in cui vive.

Pane latte e lacrime, spettacolo vincitore della Rassegna Comic Off, è nonostante tutto “una commedia umana e amara”, come è stata definita dalla stessa autrice Veronica Liberale che nello spettacolo interpreta Iole, madre di Firmina e moglie di Marcello, un antifascista rinchiuso in prigione. In un'intervista l'autrice afferma di aver voluto raccontare la storia del suo quartiere, San Lorenzo, in cui è nata e cresciuta e di cui il bombardamento del '43 rappresenta un evento tristemente importante.   

Per mettere in scena la sua storia, Veronica Liberale si affida alla regista Cristina Vaccaro che ha lavorato soprattutto sul concetto del non detto: su ciò di cui negli anni '40 si poteva parlare e su cosa doveva essere taciuto non solo in politica ma anche nella vita sociale.

L'impatto emotivo di cui è permeato l'intero spettacolo non è dato soltanto dalla storia narrata, ma anche dalla bravura degli attori che con le loro interpretazioni  hanno saputo trasmettere al pubblico emozioni intense. Tra tutti, degna di nota è l'interpretazione di Francesca Pausilli nei  panni di Firmina: è riuscita ad instillare nello spettatore la drammaticità vissuta.

Pane latte e lacrime è un racconto che punta a risvegliare nella nostra mente ricordi storici assopiti da tempo e che ultimamente spingono ad ignorare quanto cruenti e drammatici siano stati gli eventi della Seconda Guerra mondiale.

Inevitabile, al termine della piéce, non fare un parallelismo con le ultime vicende politiche e sociali. Sebbene, lo spettacolo faccia riferimento ad eventi accaduti circa settantanni fa, alcuni temi risultano ancora tristemente attuali. Questa storia ci spinge a pensare che la libertà di espressione e i dritti umani, faticosamente conquistati dai nostri nonni, rischino oggigiorno di essere facilmente annullati. Spettacoli come questo, tuttavia, servono a non dimenticare, a ricordarci del coraggio dei nostri predecessori e che le loro vite spezzate in nome di un ideale non vadano perdute.

 

Carmen De Sena

20 maggio 2019

 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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