Venerdì, 22 Novembre 2024
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Stand up Baby: al Manhattan va in scena l’improvvisazione

Recensione dello spettacolo Stand Up Baby in scena al teatro Manhattan dal 22 al 24 marzo 2019

 

Maria Beatrice Alonzi porta in scena, al piccolo teatro di Monti, una stand up comedy dal sapore Usa e dall’umorismo originale.

 

«Scuse per il ritardo? Ma scherzate, siete stati un piacevole pretesto in più: sembrava quasi fatto di proposito!»

Maria Beatrice Alonzi è così: piccola - ci tengo a sottolinearlo solo perché lo leggo in tutte le sinossi dello spettacolo, con tanto di dato sull’altezza, quasi fosse un biglietto da visita – esplosiva, rapida e infermabile. Insomma una mina vagante!

Entrare in ritardo al suo spettacolo di stand up comedy – Stand up Baby appunto – non è mai stato così piacevole e gradito, per un attore. Ma Maria Beatrice, accompagnata dalle musiche improvvisate, flebili e pizzicate del compagno Francesco Guglielmi che sottolineano ed evidenziano ogni sua battuta e ogni suo appunto, non è un’attrice convenzionale, una di quelle che dall’alto della loro esperienza fanno pesare ogni minimo movimento o sussulto o sospiro del pubblico. O meglio, sì, lo fa…ma per gioco e per spettacolo!

La Iliza Shlesinger in miniatura regala al pubblico del teatro Manhattan in Monti, tutta se stessa, senza ipocrisie e senza nascondersi dietro il velo del politicamente corretto. Anzi, giocando con il suo pubblico che entusiasta la accompagna nei sentieri mentali in cui delle volte adora perdersi, sembra trarre ogni volta nuova linfa da ogni genere di interruzione, distrazione, movimento e chiacchiericcio.

«È proprio questo contatto con il pubblico – ci spiega lei a fine spettacolo – che rende il tutto perfetto. Questo scambio continuo con voi che siete a pochi passi da me è l’anima dell’improvvisazione. Certo, gli argomenti da trattare li ho già in mente prima di ogni serata, ma poi il flusso di pensieri lo gestisco e lo incanalo a seconda degli stimoli che arrivano dalle poltrone e dai ritardi - sorride guardandomi – che ci regalate. Francesco (Guglielmi ndr) poi è essenziale: rappresenta la mia spalla ideale, il supporto e la “vittima” perfetta delle mie battute e dei miei spunti slanciati».
Ecco, se l’Alonzi è un’inarrestabile bomba pronta ad esplodere come un fiume in piena di concetti, doppi sensi, battute e rimandi, Francesco Guglielmi, con la sua aria tipica dal “preso in mezzo” e da “ma che ci faccio qui” è davvero il plus che regala alla commedia improvvisata quella polvere di stelle che la fa decollare. Entrambi attori, registi, impegnati nella Direzione del Teatro Stabile di Roma®, produttore dello spettacolo, ancora una volta impegnato nella creazione di un teatro accessibile.

Ongi sera in Stand up Baby si affronta un argomento diverso e, in fondo: «si affronta la vita. Ogni sera cerco, partendo ovviamente dal lato ironico e autoironico del tutto, di parlare di tematiche di tutti i giorni. Sembrano delle volte dei pensieri futili e leggeri, ma dietro si nascondono mie riflessioni sulle aspettative, sui sogni, sulle apparenze e di come esse si abbattano sulla realtà che, spesso se non sempre, ci spiazza. E allora…meglio improvvisarci su!».

Infine il Manhattan: quale migliore palcoscenico per una stand up comedy dal sapore made in Usa, direte voi? E lo dice anche lei: «adoro questo teatro, è davvero perfetto per il mio spettacolo. Sento il pubblico e non solo in senso metaforico: lo sento davvero! Mi arriva tutto da loro, dall’energia di una risata a uno sbadiglio fino a un movimento involontario…ed è bellissimo!». Una vera e propria nicchia, in effetti: un campanello che suona e un portone che, aprendosi, dà su uno spazio accogliente che si tuffa in un palco contornato da un arco. Una luce illumina Bea, la chitarra di Francesco fa il suo primo giro di accordi: si inizia, silenzio. Anzi no, parliamone: è la Stand up, Baby!

Federico Cirillo

 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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