Recensione dello spettacolo Pensione Silla andato in scena al Teatro Tirso de Molina dal 9 al 13 gennaio 2019
Immaginate di non riuscire più a far fronte con le spese e ad arrivare a fine mese (di questi tempi non è che ci voglia tanta fantasia) e che, all’improvviso, vi ritrovate ad ereditare una proprietà che sappia farvi fruttare molti soldi.
Immaginate che all’interno di questa proprietà vi sia un tesoro nascosto. Immaginate che, oltre a scoprire di aver ereditato l’immobile, dovete spartirlo con un fratello e con la sua consorte e che il bene in questione riguarda una pensione.
I due fratelli sono Ercole e Edoardo. Il primo sbarca il lunario con piccole truffe, vive in una baracca assieme alla moglie Maddalena, amante della pittura, e dorme in un cassonetto. Il secondo dirige una modesta pensione anzi, per essere precisi, la pensione, denominata Pensione Silla assieme alla dispotica moglie, Donna Olimpia. I due non hanno nulla in comune, a parte i genitori: la mamma che ha lasciato loro l’eredità e il padre, il vecchio Patané.
Ercole e Edoardo ricevono una missiva da parte di uno strambo notaio che li invita ad incontrarsi alla Pensione per discutere del testamento, un testamento che fa gola non solo agli interessati e alle rispettive mogli ma anche allo stesso Patané, ospite dell’albergo, a Caì inserviente di colore, a Connie, cliente abituale della Pensione Silla e a un tedesco che reclama il tesoro nascosto in nome di suo padre morto nella guerra del ’15-’18.
La scenografia è unica per tutta la durata dello spettacolo. Tutto ciò che accade avviene nella pensione che raccoglie uno spazio per la reception con telefono annesso e bancone, una hall con divano e poltrona allestita con colonne antiche e una grossa statua greca, e tre porte di cui due situate ai lati del palcoscenico – quella a destra conduce alle camere mentre quella a sinistra nelle cantine – e, la terza, quasi semicentrale, che funge da porta di ingresso dove vediamo entrare un bislacco carabiniere, il notaio, e uscire persino… un fantasma.
Tutti i personaggi in questione hanno un che di insolito, ed è proprio quel tratto della loro personalità che caratterizza la commedia e che le dà ritmo e vivacità, merito soprattutto della capacità espressiva e interpretativa degli attori che sanno tenere egregiamente il palcoscenico senza mai incespicare nelle battute che in più momenti richiedono di essere recitate in maniera compulsiva per incalzare la vicenda. L’attenzione del pubblico, di fatto, è sempre alta e tanti sono gli applausi profusi tra una scena e l’altra con un finale a sorpresa.
Ciò che diverte, e soprattutto, incuriosisce è scoprire come andrà a finire la storia visto che i protagonisti non potrebbero che essere più diversi tra loro: da un lato ci sono infatti la tiranna e avida Donna Olimpia e il povero succube marito Edoardo, amante del teatro e proprio per questa sua passione oggetto di continue vessazioni da parte della consorte; dall’altro Ercole e l’ingenua moglie Maddalena. E poi c’è Patané che fa da collante all’intera vicenda. Il resto dei personaggi non sono un contorno, senza di loro infatti la storia non avrebbe ragione di esistere (e di farci divertire). Il fantomatico tesoro – da sempre creduto nascosto nelle cantine – in realtà sarà sempre con i nostri eroi, non solo in senso materiale (alla fine si scoprirà nascosto nel bancone della reception) ma anche in senso morale/affettivo. La vera eredità della madre di Ercole e Edoardo sta infatti nel far conoscere e riconciliare i due fratelli che nemmeno sapevano della reciproca esistenza. Questo è ciò che ci insegna la commedia di Massimo Corvo che ne cura la regia e che è anche interprete.
Noi de La Platea aggiungiamo che il valore di questo spettacolo è stato il grande contributo degli attori che, tutti insieme, hanno saputo conferire per la riuscita di questo gioiellino di commedia.
Costanza Carla Iannacone
13 gennaio 2019
Informazioni
PENSIONE SILLA
una commedia di Massimo Corvo (V. Tomada e F. Draghetti)
con Massimo Corvo, Claudia Portale, Manuel Ricco, Laura Baldassarre, Stefano Annunziato, Pierpaolo Tesoro, Bernardino De Bernardis, Andrea Carpiceci, Valentina Stredini
regia Massimo Corvo
con le voci di Sergio Fiorentini e Cristina Grado
costumi L. Baldassarre
trucco G. Visciano
foto e video A. Carpiceci
musiche scelte da Francesca Draghetti
parte scenica F. Franco