Martedì, 05 Novembre 2024
$ £

Ambra Jovinelli - Bella Figura, un collage mal riuscito

Recensione dello spettacolo Bella Figura in scena al Teatro Ambra Jovinelli dal 9 al 27 gennaio 2019

 

Bella Figura non ha un inizio né una fine. Non è una commedia, ma nemmeno un dramma. Non è uno spettacolo ma nemmeno una storia. Sembra di assistere dal vivo al paradosso di Achille e la tartaruga del filosofo di Elea dove tutto e tutti restano così come sono apparsi.

La scenografia è divisa in quattro quadranti: in alto a destra c’è un tavolo rotondo apparecchiato con delle sedie (che sembra alludere a una cena galante), a sinistra un bagno. In basso a sinistra un divano e un tavolino e a destra due file di scale che portano verso il tavolo apparecchiato e il bagno. 

Unica nota “dinamica” è il cambio della scenografia del primo quadrante a sinistra del palcoscenico dove, all’apertura del sipario, ad occupare metà del palcoscenico, è una smart gialla. Al suo interno ci sono Boris (David Sebasti) e Andrea (Anna Foglietta) che discutono animatamente. 

Boris e Andrea sono amanti, a lui è venuta la brillante idea di portare lei fuori a cena in un ristorante che gli è stato consigliato dalla moglie Patricia (che non comparirà mai nelle scene, ma sarà sempre presente nei discorsi). Dopo il primo scambio di battute, a fare ingresso sul palcoscenico sono Eric (Paolo Calabresi), Francoise (Lucia Mascino) e Yvonne (Simona Marchini). Il loro apparire è quasi casuale poiché Boris, nel fare marcia indietro con la macchina, investe la povera vecchina (Yvonne), che è la madre di Eric. I tre si trovano da quelle parti perché è il compleanno di quest’ultima e Eric ha pensato bene di portare moglie e mamma a festeggiare fuori nello stesso ristorante scelto da Boris per Andrea. Grati per aver prestato soccorso alla mamma, Eric decide di fare unire a loro tre anche i due amanti; ma Andrea non è vista di buon occhio da Francoise poiché quest’ultima, guarda caso, è proprio la migliore amica di Patricia. 

La serata trascorre tranquilla, senza tanti colpi di scena (fatta eccezione per una piccolissima scena di sesso in bagno tra Boris e Andrea). Nel corso della rappresentazione la smart gialla scompare per far posto al divano e al tavolino dove tutti e cinque i personaggi siedono prima e dopo la cena, salvo ricomparire prima del calar del sipario.

Qual è la morale della storia? 

È difficile dare un senso a una storia che in realtà di avvenimenti ne ha pochi. Pur apprezzando lo sforzo di inserire un guizzo di comicità nelle battute di Simona Marchini (unica a rallegrare un po’ le scene ed esemplare nelle sue grandi doti di attrice) e pur piacendo l’ilarità di Paolo Calabresi, abbiamo trovato ben poco spettacolo in palcoscenico. A restar delusi sono stati soprattutto i presenti in sala che, a fine serata, hanno bisbigliato di aver trovato tutto “con poco ritmo”, per non parlare di gente che si è alzata dalle file prima ancora che gli attori ringraziassero la compagnia, i produttori, truccatori, regista e tecnici di suono e luci. 

Bella Figura è approdato a Roma ed è in scena dal 9 al 27 gennaio all’Ambra Jovinelli dopo una lunga tournée iniziata ad ottobre e che ha toccato alcune delle principali città italiane come Milano, Firenze, Ancona e Salerno. 

C’è chi l’ha definita la “tragedia divertente” dove a far da protagonista è il tradimento. Qui gli elementi «di contrasto» sono tanti. A voler dare proprio un senso alla storia il protagonista non è il tradimento o, perlomeno, non si deve commettere l’errore di vedere il tradimento solo nella coppia Boris e Andrea. L’accezione del termine è molto più estesa e non è circoscritta solo ai personaggi interpretati da Foglietta e Sebasti: ad essere traditi sono tutti, da se stessi e dal destino. Il personaggio interpretato da Simona Marchini, tanto per fare un esempio, è un personaggio tradito dal fato, a lei è toccato in sorte di ammalarsi di una qualche forma di demenza senile, Eric è un avvocato che si presenta come tale ma, sotto sotto, si scopre che non è in grado nemmeno di soddisfare gli interessi della moglie e della madre, Boris è un piccolo imprenditore di verande i cui affari vanno a rotoli e Andrea una madre single, farmacista, sempre in cerca di nuovi amanti e avventure.

C’è un’altra pecca nel testo di Yasmina Reza: tutti i personaggi sono male assortiti. La sensazione è quella di aver pensato ad una storia ma che poi il risultato è stato tutt’altra cosa: i personaggi avrebbero dovuto avere più empatia tra loro, avrebbero dovuto comunicare di più; a conti fatti invece non hanno suscitato nessuna emozione col e tra il pubblico e, alla fine, sono rimaste come tante monadi a parte, anzi, i personaggi di Boris e Andrea sono stati quelli che hanno prevalso di più su tutti.

Nulla da dire invece sulla performance degli attori, indiscutibili in quanto a bravura. Il vero peccato infatti è stato confezionarli per un testo che non esalta le loro doti attoriali, dove i dialoghi non vanno a parare da nessuna parte e si ha solo l’impressione di aver visto e rivisto lo spaccato di vita reale che si voleva mettere in scena (o, almeno, l’intenzione era quella). 

Un peccato anche per l’Ambra Jovinelli che da sempre negli anni sa farci emozionare, riflettere, divertirci, e sempre con un cartellone di stagione all’avanguardia e innovativo.

Insomma, questa volta la bella figura non è proprio riuscita.

 

Costanza Carla Iannacone

12 gennaio 2019 

 

 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

Newsletter

Iscriviti alla nostra newsletter per scoprire gli sconti sugli spettacoli teatrali riservati ai nostri lettori