D.O.C., Donne di origine controllata in scena al Teatro Sala Umberto dal giorno 8 al 13 gennaio 2019
D.O.C. Donne di origine controllata. Ci aspettiamo di assistere ad un spettacolo di una donna che parla di donne, ma non è così. La pièce comica ideata da Francesca Reggiani, Valter Lupo e Gianluca Giuliarelli ci presenta un percorso che si articola dall’attuale situazione italiana fino al sesso e alla donna, al punto che per una certa parte dello spettacolo ci si continua a chiedere il motivo del titolo. Sotto attacco appare infatti l’italiano medio, dalle scelte politiche a quelle sentimentali. Viene tratteggiata con pungente ironia e sarcasmo l’attuale panorama politico nazionale e la crisi imperante che ha messo tutti in ginocchio.
Il ricorso a video esplicativi che propongono pubblicità di prodotti come “Briciole” del Mulino Grigio e il detersivo Grigetto per i panni che non possono venire più bianchi esalta ed accentua il significato e la comicità di alcune tematiche. Grande divertimento del pubblico in sala che partecipa ma con risate che hanno sottofondo amaro quando si parla di denaro che manca. Altri vezzi tipicamente italiani vengono analizzati: la passione per i centri commerciali di cui la nostra attrice prende di mira i percorsi infiniti di Ikea e la passione esterofila di chi li frequenta compulsivamente; la passione per i programmi di cucina che rendono veri divi i cuochi più noti del momento; la passione per la cronaca nera che intriga gli italiani per i delitti irrisolti più noti degli ultimi anni. È questo uno momenti più esilaranti della serata con l’imitazione della Sciarelli che conduce Chi l’ha visto? Ma l’oggetto della sparizione è la Sinistra italiana!
Il riferimento alla politica italiana appare costante per tutte le due ore di rappresentazione. Non poteva mancare poi uno sguardo ai social network, principale fonte di mistificazione dell’individuo medio. L’attenzione si sposta su Roma, quindi dal nazionale al locale: vengono sviscerate una per una le grandi problematiche irrisolte della città, ma da romana e con grande onestà intellettuale la Reggiani riporta le responsabilità agli abitanti della capitale a cui se fai notare che vanno contromano o non fanno correttamente la raccolta differenziata, potresti essere travolto da insulti. Dulcis in fundo, la vita sessuale degli italiani con tutte le loro perversioni, a partire dalla frequentazione dei siti porno, e la figura della donna che sembra non possa invecchiare, imbruttirsi, indebolirsi se vuole essere apprezzata, accettata ammirata. Solo nella chiusura appare evidente il senso del titolo che ci riporta ad un discorso di genere, tirato in causa sia dalla scelta della conduttrice di condurre uno “oneman show” sia di affrontare con ironia le gabbie e le difficoltà che ancora intrappolano la donna in uno stereotipo che a lei stessa sembra non interessare.
Divertimento, comicità ed ironia in uno spettacolo che ci conduce in un’analisi spietata del mondo contemporaneo con tutte le sue contraddizioni, le sue assurdità, i suoi deliri in uno stile simile alla stund up comedy di cui troviamo infatti il comedian che si esibisce con monologhi di satira politica e sociale ma manca l’aspetto più violentemente dissacrante e trash tipico di questo genere. La Reggiani ricorre ad un’ironia spiccata, coinvolgente, pungente ma mai volgare. Non sono mancati momenti meno smaglianti che hanno riproposto tematiche non originalissime come quella dei centri commerciali, ma altri, come quelli inerenti la satira politica, sono stati taglienti e penetranti, offrendo numerosi spunti di riflessione agli spettatori in sala.
Mena Zarrelli
11 gennaio 2019