Sabato, 23 Novembre 2024
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Teatro India: “Studio da Le Baccanti”... Abbandonarsi a Dioniso

Recensione dello spettacolo “Studio da Le Baccanti”, in scena al Teatro India dal 22 Dicembre 2018 al 5 Gennaio 2019

 

Benvenuti nel rosso ventre di Dioniso. Il Dio che offusca la ragione, che fa sgorgare latte e miele dalle rocce o che, implacabile, fa strame di chi lo rinnega. Il Dio che richiede assoluto potere, per generare, indifferentemente, bellezza o morte.

Devota a Lui, e al testo di Euripide, deve naturalmente rivolgersi Emma Dante per estrarre ogni talento dalle viscere degli allievi dell’Accademia Silvio D’Amico. Ma se lo spettacolo in scena al Teatro India è una ricerca (nasce da un laboratorio), lo è sull’anima e sul fisico dei giovani protagonisti, chiamati a prodursi in sfiancanti performance tersicoree, a deformare i corpi o a esasperare la mimica per rappresentare i caratteri dei loro personaggi, a lacerare la voce nel recitato o a modularla nel canto. Ogni potenzialità è chiamata ad uscire torrenzialmente e tradursi in teatro. Nulla deve essere frenato dal controllo: Penteo deve morire, tutto deve essere sacrificato al Dio dello strepito.

La stessa regista (ovviamente, coadiuvata da uno staff sapiente: Carmine Maringola alle scene, Sandro Maria Campagna per i movimenti scenici, Serena Ganci per le musiche e gli arrangiamenti corali, Cristian Zucaro alle luci), sembra abbandonarsi alla possessione e dà voce ad ogni suo strumento, baciata, come sempre, dal dono di saper creare forte suggestione con elementi minimi: avvolge il palcoscenico di un drappo rosso, alveo della follia dionisiaca; trova soluzioni sceniche di sorprendente efficacia nella loro semplicità (magistrale, ad esempio, la rappresentazione finale del dilaniare dei corpi); irriverente, sorprende con commenti musicali inattesi o avvolge con il canto moderno il testo, aulico nella fedele traduzione di Edoardo Sanguineti; gioca con le luci, disegna linee contorte per la danza, orchestra ogni movimento corale, scolpisce gruppi di corpi, direziona in gesti mai casuali ogni arto dei suoi attori. Ogni dettaglio è curato e al contempo ogni modalità espressiva fluisce libera: Penteo deve morire, tutto deve essere sacrificato al Dio dello strepito.

Non si può però, ammirato il lavoro di ricerca, non elevare un plauso incondizionato a chi ha saputo trasformare tanta Potenza in Atto: gli attori, tutti (sebbene, intimamente, abbiamo coltivato qualche preferenza), forti certamente di vigore e bellezza giovanili, ma che hanno saputo, davvero abbeverati al vino del teatro, inscenare nel completo abbandono di sé il culto di Dioniso.

Lo spettatore non assiste però ad una mera esibizione di tecnica e gode di uno spettacolo dotato di una identità ben definita. Euripide e le sue Baccanti rivivono sul palcoscenico del Teatro India. Dioniso terribile indica la sua via senza ritorno: abbandonarsi all’arte o alla morte. Questo ha scelto Emma Dante, quella strada percorrono gli allievi dell’Accademia Silvio D’Amico. A noi l’eterno dilemma. A noi scegliere se ascoltare, se preferire la voce di Penteo. Zeus ce ne dà facoltà. Ma, ricordiamolo, Dioniso è lì, nel nostro ventre più rosso e, se un giorno gli daremo potere, non avrà pietà.

 

Valter Chiappa

24 Dicembre 2018

 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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