Martedì, 05 Novembre 2024
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Amici, amori, amanti - ovvero la verità: la bugia salva la coppia solo se detta bene

Recensione dello spettacolo “Amici, amori, amanti - ovvero la verità” di Floran Zeller, regia di Enrico Maria Lamanna con Pino Quartullo, Eva Grimaldi, Daniela Poggi, Attilio Fontana in scena al teatro Golden dal 18 dicembre 2018 al 30 dicembre 2018

Nella modernissima Parigi due coppie ballano il più classico dei valzer: il tradimento. I rispettivi mariti, oltre la propria consorte tradiscono anche la loro amicizia, essendo ognuno l’amante della moglie dell’altro. Il senso della vicenda si articola attorno al personaggio di Michel (Pino Quartullo) caratterizzato da una certa superficialità umana e da una spiccata facilità alla menzogna, divenuta l’essenza della suo modo di essere. Personaggio affettivamente analfabeta, Michel vive il tradimento e il rapporto con l’amante Alice senza provare rimorsi o particolari slanci emotivi.

La relazione extraconiugale della coppia risente, inoltre, di una stanca inerzia poichè Alice (Eva Grimaldi), pur desiderando una relazione più matura, non trova complicità nell’amante ed è in preda a solitari ripensamenti nonchè sensi di colpa verso suo marito Paul (Attilio Fontana), da poco licenziato e in difficoltà economica. Lo stile relazionale di Michel è fondato prevalentemente su un eloquio vuoto, non finalizzato a contattare realmente l’altro, bensì ad annegarlo in un mare di parole e altrettante bugie per coprire scomode verità. Ma anche per un professionista delle bugie è difficile, quando queste diventano troppe, riuscire a rendersi credibile, e quando sua moglie Laurence (Daniela Poggi) gli chiederà, con impeccabile calma e austerità, spiegazioni di alcune incongruenze, egli si contraddicerà di nuovo con le sue stesse parole delle quali sembra aver perso improvvisamente il filo. Tuttavia, ciò che viene realmente rimproverato a Michel non è di fatto il tradimento, bensì il non averlo saputo coprire adeguatamente con bugie plausibili (...come gli altri protagonisti della vicenda insegnano...).

Abituato ad inventare un gran numero di menzogne, egli ha mancato con il tempo di preoccuparsi della qualità delle stesse: la vera mancanza di rispetto verso la moglie è consistita proprio nel non aver saputo confezionare una bugia credibile atta a coprire vicende poco chiare. La bugia, infatti, ricopre un ruolo imprescindibile nella longevità e salvezza di una coppia e, come urla giustamente Michel ormai esasperato, se non ci fossero le bugie, finirebbero i rapporti di coppia. Ma nelle relazioni in cui domina l’amore è giusto fare dei sacrifici ed impegnarsi ad onorare l’altro... mentendogli nel migliore dei modi. 

La vivace scrittura di Floran Zeller rende frizzante lo spettacolo tenendo il divertito spettatore costantemente incerto sullo sviluppo della vicenda, solo apparentemente prevedibile. La regia di Enrico Maria Lamanna si fa apprezzare soprattutto nell’aver dato un colore definito alla personalità dei quattro personaggi rendendoli credibili. Apprezzabile la cura con cui sono stati arricchiti con impronta relazionale alcuni passaggi narrativi: il personaggio di Michel, per esempio, non guarda quasi mai negli occhi nè la moglie nè l’amante, esprimendo di fatto una mancata volontà di raggiungerle, complice anche il peso delle bugie che non permette di sostenere lo sguardo dell’altro.

Accettabile la recitazione complessiva, nonostante risentisse della poca espressività sia corporea che verbale degli attori sembrati, a volte, troppo distaccati emotivamente dal personaggio: questo è reso credibile, come nel caso di Quartullo, più dalle prerogative umane del singolo artista che da doti squisitamente tecniche. Più compenetrata nel ruolo sembra essere stata Daniela Poggi che ha donato signorilità ed eleganza al suo personaggio introverso e discreto.. ma non meno colpevole. Riuscito il disegno luci di Stefano Pirandello che, assecondando il tono emotivo della scrittura, ha trasmesso intimità e irrequitezza, grazie ad una sapiente alternanza di eleganti toni blu, rosso bordeaux e bianchi accesi. La misurata scenografia di Luigia Battani sembra rispettare la naturale architettura del palco che già rimanda, per conformazione, ad un interno di appartamento, aggiungendo, con mirati tocchi, ulteriore realismo. I costumi di Martina Piezzo, infine, assecondano efficacemente l’identità dei personaggi, donando ad alcuni di essi una appropriata eleganza.   

 

Simone Marcari

23 dicembre 2018

 

 

 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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