Recensione dello Spettacolo Growth di Luke Norris in scena al Teatro Belli dal 5 al 8 dicembre 2018 - TREND nuove frontiere della scena britannica a cura di Rodolfo di Giammarco
Growth, ovvero crescita, è il titolo prontamente esplicativo della commedia, scritta dal talentuoso Luke Norris, tutta incentrata sulla virilità.
Tobes, poco più che ventenne, è stato appena lasciato dalla sua ragazza, sfinita e delusa dall’inerzia del compagno che grava, inevitabilmente, sulla loro relazione. Sarà una valanga di eventi, tutto accadrà in brevissimo tempo. Si avvicenderanno una serie di irriverenti circostanze e Tobes sarà, enormemente, sopraffatto.
Il giovane non è intraprendente, scarsamente incline al cambiamento. Non ama il suo lavoro, per di più viene licenziato. Vive in un appartamento di cui non può sostenerne le spese e dal quale verrà sfrattato. Peraltro, sottovaluta un grumo al testicolo sinistro, nonostante le sollecitazioni della ragazza. Tobes è un giovane irresponsabile e immaturo, pervaso dal senso d’inadeguatezza. Intimorito e titubante, rifiuta l’idea di farsi visitare da un dottore e trema al sol pensiero di qualcuno che tasti i suoi testicoli.
La regia di Silvio Peroni è accurata, riconsegna la narrazione fluida, immediata e acuta che è cifra stilistica di Norris, senza trascurare lo spessore del suo contenuto.
In scena, tre attori colmano egregiamente lo spazio concesso dall’asciutta scenografia, intenzionalmente essenziale. Tobes, l’assai centrato Francesco Aricò, è il cardine attorno al quale evolve la pièce. Ad affiancarlo, in questo serrato scambio di dialoghi a due, ci sono i brillanti Giulia Trippetta e Pavel Zelinskiy che si alternano con estrema abilità, interpretando tutti i numerosi personaggi femminili e maschili. Lo schema è sovvertito nel finale, quando i tre attori sono simultaneamente in scena.
La scelta dei costumi, che vuole per Aricò abiti colorati e per Trippetta e Zelinskiy indumenti anonimi e neri, decodifica sin da subito la complessità della performance.
A sostenere il ritmo sferzante delle alternanze sono, inoltre, le luci: a piombo e diffuse, incorniciano l’incuria e il panico del protagonista; a fascio stretto con contrasti netti, focalizzano disfatta e frustrazione.
Growth è crescita personale, nondimeno avanzamento della malattia. È innalzamento delle barriere emotive, incedere dell’autocommiserazione. Tuttavia, è una storia sul rinnovamento. Le tante risate scatenate da Growth celano un invito alla cura e alla prevenzione, l’intento di esorcizzare l’imbarazzo che di sovente il genere maschile, inibito e reticente, vive in tali circostanze.
È ciò che accade. Francesco Aricò è perfetto nei panni del protagonista ed è perfetta la sua parodistica postura: spalle ricurve e instabile sulle ginocchia flesse. Il giovane è assai deriso da tutte le donne della sua vita a causa della sua rovinosa immaturità. Giulia Trippetta è sagace e impertinente in tutti i numerosi ruoli femminili, capace di spaziare dal temperamento pungente all’indole premurosa. Così come il versatile Pavel Zelinskiy che traccia finissima la diversificazione di tutti i suoi personaggi maschili, concretizzando una performance multiforme.
Il risultato è una perfetta combinazione di straordinaria naturalezza e immediatezza, di cui solo una salda tecnica si può avvalere. Lo spettatore è presente e vivo, poiché, come disse Brecht, il teatro non tenterà più di ubriacarlo colmandolo di illusioni [...] d’ora innanzi, gli porrà davanti il mondo perché egli vi metta mano.
Caterina Matera
9 dicembre 2018
Informazioni
GROWTH
DI LUKE NORRIS
(vincitore del premio Fringe First Award al Fringe Festival di Edimburgo 2016)
con Francesco Aricò, Giulia Trippetta e Pavel Zelinskiy
regia Silvio Peroni
traduzione Enrico Luttmann
scene e costumi Katia Titolo
disegno luci Omar Scala
produzione Pierfrancesco Pisani