Recensione dello spettacolo Amati Enigmi in scena al Piccolo Eliseo fino al 30 dicembre 2018
Per tutto c’è un’età: per sperimentare, per sbagliare, per crescere. E poi ce n’è una per riflettere con lucidità su quello che è stato e su quello che è. È la “grande età”, meglio conosciuta come terza età, di cui scrive Clotilde Marghieri in Amati enigmi e che Licia Maglietta porta in scena (nelle vesti di attrice, regista e drammaturga) nell’omonimo spettacolo in questi giorni al Piccolo Eliseo.
Sul palcoscenico c’è solo lei, un’elegante donna di nome Clotilde (Maglietta), accompagnata dalle note nostalgiche dell’arpa di Diane Peters e dal fantasma di un misterioso Jacques. Sullo sfondo le luci di Cesare Accetta definiscono la notte di un imprecisato Capodanno, mentre su una panca scura un mucchio di quaderni e diari custodiscono i ricordi di ieri e di oggi. Settanta minuti è il tempo a disposizione per rivivere gli amati enigmi: “tutti gli esseri che abbiamo incontrato, conosciuto, disconosciuto” e che, a passioni spente, rivelano meglio loro e noi stessi.
Così, a cuore aperto, “con il corpo avvizzito e il volto che gioca tiri crudeli”, in un colloquio con lo spettatore confidenziale e intimo, Clotilde si muove avanti e indietro tra le pagine dei suoi diari che, solo ora, alla luce della grande età, sembrano assumere un senso.
Le pene d’amore, le grandi passioni, le amicizie di ieri e di oggi, la forza dell’abitudine, le delusioni, il corpo che cambia, la paura della solitudine, le riflessioni sulla vita e sulla morte si alternano in un dialogo con se stessi dolce, ironico e mai veramente nostalgico. Un vero e proprio inno alla vecchiaia che cessa di essere tabù e si eleva a momento di vita illuminato in cui tutto, finalmente, si fa chiaro. Come i fuochi d’artificio sempre più definiti, come quella notte fluida che proprio sul finale sembra riportarci a una dimensione temporale precisa, come quelle pagine lette e rilette che d’improvviso non servono più.
Ad accompagnare il pubblico a questa consapevolezza propria dell’età matura, una Maglietta perfettamente calata nel ruolo, che, con movenze eleganti e cambi di tono, tiene viva l’attenzione in platea, mentre omaggia le parole della Marghieri (premio Viareggio 1974) e il pensiero della filosofa Simone de Beauvoir.
Concetta Prencipe
10 dicembre 2018