Domenica, 24 Novembre 2024
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Pensaci tu, Leo: uno straordinario Gullotta si scontra in scena con una società malata

Recensione dello spettacolo ‘Pensaci, Giacomino’ in scena al Teatro Ambra Jovinelli dal 14 al 25 novembre 2018

 

Nata originariamente come novella nel 1915 e trasposta in seguito in prosa teatrale in siciliano, “Pensaci, Giacomino” è un testo che, come tutti quelli del premio Nobel di Girgenti, vuole lanciare un messaggio profondo ai propri lettori, o in questo caso, ai propri spettatori. Apparentemente la vicenda sembra molto comune, una storia già sentita: Lillina, rimasta incinta del fidanzato Giacomino, non sa come portare avanti la gravidanza da sola fin quando un semplice professore della sua “cittaduzza” prende a cuore il suo caso e, senz’altro a pretendere che di essere un padre per lei, la sposa per permetterle di vivere con la pensione che lo Stato, finora avaro di emolumenti verso gli insegnanti, le passerà quando lui non ci sarà più e impegnandosi a sistemare Giacomino con un posto sicuro in banca.

Una storia come tante se ne sentono e vivono oggi, eppure dal 1900 al 2018 a non essere cambiata e a contraddistinguersi per il male insito al suo interno è la società: le malelingue spettegolano continuamente del professore che ha sposato una ragazza che continua a incontrarsi in segreto con il suo amato e che ha creato così una situazione talmente incresciosa da coinvolgere addirittura la Chiesa nella figura di padre Landolina. Alla fine se ne evince che la società, oggi come allora, non è pronta a confrontarsi con la spiazzante umanità e il coraggio dimostrati dal vecchio professore.

Appare chiaro fin da subito che il professor Toti, personaggio ormai disilluso e un po’ filosofo, è immerso in una società non sua, che non lo comprende e che lui non comprende: in scena il pubblico può quasi toccare con mano l’incompatibilità tra il professore e tutti gli altri personaggi che gli ruotano attorno. Un contrasto reso molto evidente proprio dall’interpretazione di Gullotta che restituisce al pubblico un Agostino Toti ironico e drammatico al tempo stesso, che diventa incarnazione pura di quell’umorismo così come inteso da Pirandello nel suo testo. Solo un attore comico e drammatico di grandissima esperienza quale Leo Gullotta è, poteva centrare in pieno un personaggio così complesso eppure così semplice nel suo modo di pensare, senza renderlo una pura caricatura: la grande esperienza attoriale di Gullotta gli ha permesso di calzare perfettamente i panni del professor Toti, regalando agli spettatori dell’Ambra Jovinelli un’interpretazione straordinaria della novella di Pirandello. Intorno a lui si muovono gli altri personaggi che ben rappresentano i mali della società: la visione borghese della Chiesa, il bigottismo dei compaesani, la mancanza di responsabilità e quella riprovazione e quell’ipocrisia insiti del tessuto connettivo della società e da cui mai forse ci libereremo.

La grandezza del testo pirandelliano è nell’aver saputo individuare ante litteram quelli che sono diventati in seguito i ‘topoi’ pirandelliani quali la scuola, il giudizio altrui, l'incapacità dello Stato di prendersi cura dei propri cittadini, i paradossi esistenziali dell'individuo e i dilemmi che scaturiscono dalle sanzioni decise da parte della società. Offrendo non solo uno spettacolo di qualità ma anche un notevole spunto di riflessione, i temi pirandelliani appaiono costantemente rappresentati sul palco e sottolineati sia dalle musiche curate da Germano Mazzocchetti, pensate non solo per intrattenere lo spettatore tra un cambio di scena e l’altro ma soprattutto per coinvolgerlo ancora di più nell’azione, sia dall’efficace scenografia di Angela Gallaro, in cui imperano delle maschere a simboleggiare le malelingue. Con questi volti amari e indifferenti, creati ad hoc, che restano costantemente in scena, gioca la regia firmata da Fabio Grossi che, nell’atto unico di 90 minuti, è riuscito a condensare i tre atti originari in modo sapiente ed efficace.

 

Diana Della Mura

17 novembre 2018

 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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