Recensione dello spettacolo Questo è l’anno della svolta, me lo sento andato in scena al Teatro Trastevere dal 23 al 28 ottobre 2018
Il titolo dell’opera teatrale ci riconduce direttamente ad un vissuto ormai frequente del sentire collettivo caratterizzato da aspettative, magia e speranza che finalmente arrivi la...volta buona. Succede però che tali attese vengano drasticamente deluse non soltanto per avversità degli eventi ma anche per una certa poca abitudine di nutrirsi del momento presente, troppo spesso sacrificato in nome di un’affannosa corsa verso la vetta.
Così, nella commedia in scena al Teatro Trastevere, un gruppo di attori dalle diverse personalità e debolezze condivide la propria insoddisfazione per un sogno infranto: attori convinti di mortificare il loro (presunto) talento all’interno di un parco giochi, Pupolandia, di cui sono animatori, ricoprendo ruoli assolutamente distanti da ciò a cui si sentivano predestinati. Ingaggiati da un misterioso proprietario del parco, che compare solo durante i provini a tal punto che non si è sicuri nemmeno se sia uomo o donna, i nostri attori, nei panni di Dracula, Peter Pan, Cappuccetto Rosso, Orso Yoghi, Sirenetta e Capitan Uncino, perdono credibilità verso se stessi e verso i bambini del parco giochi da cui vengono costantemente sbeffeggiati. Il vissuto dei protagonisti cambia nell’attimo in cui apprendono la notizia della chiusura dell’area giochi per mancanza di fondi: tutto ciò che odiavano è già nostalgia...quegli insopportabili bambini sembrano già far sentire la loro malinconica assenza e quei terribili costumi di scena appartengono ora così tanto all’attore da trasformarlo nel personaggio da cui è vestito. La scelta di occupare Pupolandia per protesta darà occasione ai protagonisti di ritrovarsi nella loro vera essenza anche con sfoghi introspettivi legati alla quotidiana difficoltà esistenziale, come ad esempio Sabrina, l’attrice travestita da Cappuccetto Rosso ed interpretata da Veronica Liberale (attrice ed autrice del testo teatrale) che urla la propria difficoltà di vivere la propria vita perché troppo orientata a quella altrui e al chissà cosa pensa la gente. A distanza di molti anni, durante una rimpatriata, quel gruppo di attori ormai divenuti ex si sorprende a rimettere di nuovo in compartecipazione le loro malinconie legate al presente: questa volta lo fa senza esplicitarle verbalmente ma, nonostante i loro sforzi di far credere il contrario, nessuno è veramente realizzato e laddove c’è un minimo di sicurezza economica latita la parte affettiva che accresce la solitudine.
L’intera rappresentazione si sviluppa all’interno di un camerino che, lungi da essere solo sfondo scenografico, diviene di fatto un personaggio aggiunto, pronto ad accogliere sfoghi e segreti dei singoli attori, proteggendoli dalle insidie dell’esterno e dalla paura di se stessi.
Una luce dall’alto illumina l’attore durante il colloquio d’assunzione, mentre tutti gli altri si fermano rimanendo in una penombra che sembra realmente frutto di un tempo passato e immobile: è questa la suggestiva scelta del regista Pietro De Silva che si avvale del flashback al fine di permettere agli attori in questione di ricordare il loro provino con il proprietario del parco aspirando ad un ruolo alla loro altezza in grado di fargli ottenere la svolta meritata. Molto apprezzabile la coralità e la spontaneità della recitazione degli interpreti (Fulvio Filoni, Veronica Liberale, Alessandro Moser, Costanza Noci, Antonello Pascale, Giada Prandi) sostenuta anche da una notevole espressività corporea che rende partecipe il pubblico il quale risponde con applausi a scena aperta.
Peccato per l’eccessiva definizione psicologica e regionale dei personaggi: tale caratterizzazione ha rischiato di sfiorare in alcuni passaggi la caricatura o lo stereotipo. Ottima invece l’armonia che si è respirata tra regista e autrice che, come essi stessi hanno dichiarato, hanno voluto evidenziare la frustrazione dell’attore dietro le quinte nella sua eterna gavetta nonché l’inutilità di cercare la svolta attraverso un fare senza qualità: meglio esperienze specifiche e giuste nutrendosi di ciò che già si possiede.
Simone Marcari
29 ottobre 2018
Informazioni
Questo è l’anno della svolta, me lo sento
di Veronica Liberale
regia Pietro De Silva
con Fulvio Filoni, Veronica Liberale, Alessandro Moser,
Costanza Noci, Antonello Pascale, Giada Prandi
aiuto regia : Andrea de Luca
Produzione: Sorrisi d’autore