Martedì, 05 Novembre 2024
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Chapeau: liberare l'istinto per infrangere i limiti ed i paletti sociali

Recensione dello spettacolo “Chapeau! Ovvero i misfatti dell’istinto” in scena al teatro Lo spazio dal 23 al 28 ottobre 2018

 

Protagonista dello spettacolo scritto da Roberto Russo, diretto ed interpretato da Gianni de Feo, è Civis 2Barra4. Si tratta di un cittadino “medio”, che vive in un'immaginifica società alveare dove istinto ed emozioni sono messe al bando. Il nostro protagonista è costretto a conoscere a memoria tutte le formule matematiche ed i risultati delle operazioni: una repressione da cui Civis 2Barra4 vuole evadere e lasciar urlare il suo istinto. La colpa, o il merito, che dà il via alla sua rivoluzione/ribellione va ad un involontario impulso che gli fa sbagliare alcuni calcoli. Diventa centrale nella messa in scena il risultato della moltiplicazione 7 per 8: involontariamente il protagonista risponde 65, invertendo i numeri. Un errore che lo conduce in carcere.

Da qui il monologo cambia registro e Gianni De Feo ben si cimenta nel dialogo fra 2Barra4 ed il Pm. L’accusa è gravissima: il suo è un comportamento ostile allo Stato in quanto non sa intrappolare il suo istinto, il suo scarso controllo emotivo è pericoloso per la società. La difesa di Civis 2Barra4 è data da un’intuizione geniale: soffre di dislessia aritmetica. Ma per lo Stato è deviato, non malato, quindi deve subire la detenzione. Suggestiva la descrizione dell’istinto, che permette di stravolgere le decisioni prese dal giudizio, dall’utilità e dal calcolo, è “quell’improvvisa follia che infrange il cristallo che la saggezza preserva”.

L’istinto puro è rievocato dalle immagini proiettate sullo sfondo di Orfeo che perde Euridice per essersi voltato poco prima di uscire dall’oltretomba e dal gesto di Zidane che si fece espellere per aver dato una testata ad un avversario. Gesti istintivi, folli forse, sicuramente fuori da ogni calcolo, ma che hanno il sapore di libertà. Chapeau! Quindi, al sogno che trasforma gli incubi in poesia, a chi rimane se stesso senza “diventare piccolo e piegarsi”. E nel finale, in un turbinio di voci che si sovrappongono, il calcolo più importante diventa chiaro: 7 per 8 è uguale a Vita e Civis 2Barra4 si sente finalmente libero.

Già in scena ad inizio 2018, dopo una tournèe nei vari teatri italiani, lo spettacolo torna così nella Capitale. La standing ovation finale sottolinea l’approvazione per uno spettacolo che è una riflessione personale sulla contrapposizione su quello che siamo e quello che vorremmo essere. Magistrale De Feo, che grazie al suo gioco di voci e alle espressioni corporee, dà velocità e ritmo ad uno spettacolo non semplice, impreziosito dalle musiche e dal canto. Chapeau è un monologo che tutto d’un fiato accompagna lo spettatore in un viaggio tra sogno e realtà, che infrange i limiti e i paletti sociali.


Enrica Di Carlo
25 ottobre 2018

 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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