Venerdì, 22 Novembre 2024
$ £

L’Amore, la Morte e le Tasse. Alla ricerca di se stessi e della propria verità

Recensione dello spettacolo L’Amore, la Morte e le Tasse andato in scena presso Altrove Teatro Studio dal 12 al 14 ottobre 2018

 

Tre date, dal 12 al 14 ottobre, sold out ed una platea visibilmente coinvolta inaugurano la stagione 2018/2019 all’Altrove Teatro Studio che ha portato in scena L’Amore, la Morte e le Tasse, riadattato dal soggetto originale di Zach Helm dall’effervescente regia di Giorgio Latini.
Incessante nella sua monotonia è il tempo che scandisce l’orologio del protagonista Harold Crick, funzionario del fisco che conosciamo fin da subito per la propensione a registrare numeri e a prevedere ogni mossa, dal nodo della cravatta al tempo di percorrenza casa ufficio.  

                    
Se Harold non sembra interessato a ricercare alcuna novità, rassicurato piuttosto dalla regolarità di un’esistenza priva di fantasia, da qualche altra parte in città c’è chi attende trepidante che il semaforo della geniale intuizione letteraria diventi finalmente verde, lasciando che scaturisca forse il finale d’opera più sorprendente cui abbia mai lavorato. Incontriamo così, immersa nel suo rifugio tra appunti caotici e le troppe sigarette, un’irriverente scrittrice (Ottavia Bianchi), nota al grande pubblico per i tragici epiloghi dei suoi protagonisti, cui presto giunge in soccorso l’infallibile assistente letteraria, interpretata da Patrizia Ciabatta.
Mentre le due donne siedono insieme davanti la macchina da scrivere nel tentativo di imprimere una svolta decisiva nella vita del grigio protagonista del romanzo, Harold, inizia a percepire una voce narrante, inspiegabilmente al corrente di tutte le sue più insignificanti abitudini, in attesa che si compia l’imminente morte che ne consacrerà la storia.  In fondo, il ragionar meccanico di tasse del giovane impiegato potrebbe essere una macchina della morte, lenta ma inesorabile, dell’anima; scopriamo così che Mr Crick è il soggetto scelto dalla scrittrice, di cui ci narra le ultime giornate.
Come destatosi improvvisamente da un sonno lungo tutta la vita, Harold inizia un viaggio frenetico alla ricerca di una soluzione alla sua stessa esistenza, così banale e segnata dalla solitudine nelle parole della scrittrice - narratrice.  Si affida ad uno stravagante professore di letteratura che gli suggerisce di farsi vero protagonista della sua storia, riscrivendola a suo modo; niente più cravatta, ma la chitarra che ha sempre desiderato suonare e l’amore della ruvida, solo in superficie, fornaia Mrs Pascal, che gli farà riscoprire l’importanza di un finale da commedia.
Non può tardare l’incontro tra la scrittrice, ormai affezionata al personaggio che ha salvato da se stesso, ma a cui sta per riservare la tanto attesa morte, e lo stesso Harold, che non intende arrendersi. L’epilogo è ormai ultimato, la tragedia è pronta per essere servita, “(…) ma se invece l'uomo sa che sta per morire, e muore comunque, cioè muore volontariamente, sapendo che può evitarlo, allora non è il tipo d'uomo che si vorrebbe tenere in vita?”.             
Un incontro che ci regala un finale d’opera e di vita inatteso – Mr. Crick torna a casa reduce da un brutto incidente da cui si riavrà presto grazie al sostegno della compagna - perché in fondo un’opera potrà non essere il più grande contributo alla letteratura contemporanea, ma lascia spazio alla riscrittura autentica di una piccola leggenda personale, quella di un uomo che sceglie per la prima volta chi essere.
Assistiamo allo spettacolo di cinque personaggi, ciascuno in cerca della propria verità, che decidono di andare avanti imparando a rinunciare a vizi e paure, per riscoprirsi aperti all’elettrizzante ed inaspettato copione della vita, sicuramente più uniti di prima davanti ad un profumatissimo bavarese allo zenzero.
“Quando dette un morso al bavarese allo zenzero, Harold ebbe finalmente l'impressione che tutto sarebbe finito per il meglio. Qualche volta, quando ci ritroviamo persi fra paura e sconforto, tra routine e perseveranza, disperazione e tragedia, dobbiamo ringraziare Dio per l'invenzione del bavarese allo zenzero”.

 

Elena Federici
18 ottobre 2018

 

Informazioni

 

L’Amore, la Morte e le Tasse
liberamente tratto dal soggetto di Zach Helm
con Ottavia Bianchi, Patrizia Ciabatta, Giorgio Latini,
Alessandro Lori e Giulia Nervi
regia di Giorgio Latini

 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

Newsletter

Iscriviti alla nostra newsletter per scoprire gli sconti sugli spettacoli teatrali riservati ai nostri lettori