Recensione dello spettacolo "Allegra era la vedova? One-man-show per una miliardaria" in scena al teatro della Cometa dal 9 ottobre al 4 novembre 2018
Poco più di un’ora. È quanto basta a Gennaro Cannavacciuolo per spiegare alla platea il motivo della storpiatura interrogativa della celebre operetta di Frank Leàr.
“La vedova allegra” debuttò a Vienna presso il Theater an der Wien nel 1905. Ambientata a Parigi narra del tentativo dell’ambasciata Pontevedrina di far sposare la ricca vedova Hanna Glavari con il conte Danilo. Protagonista dello spettacolo di Cannavacciuolo è proprio l’attore che impersonò il ruolo di Danilo, ovvero il tenore austriaco Louis Treumann.
La vedova allegra, come tutte le operette dell’epoca, aveva lo scopo di intrattenere la borghesia con una trama semplice, impreziosita da numerose incursioni canore ma soprattutto di danza. Cannavacciuolo è abile, da consolidato one man show, a raccontare al pubblico i momenti salienti dell’operetta. Un vero e proprio trasformista, in grado di passare, con il solo ausilio sul palco di due ballerini (Giovanni De Domenico e Fulvio Maiorani) da un ruolo all’altro, regalando momenti di grande canto ed impressionando per come, nel giro di pochi secondi, sia in grado di passare magistralmente dai panni maschili a quelli femminili.
Il pretesto di tutto lo spettacolo, come detto, è la storia di Louis Treumann, artista teatrale ebreo il cui vero nome era Alois Pollitze, tramite il quale Cannavacciuolo va ad interpretare i ruoli di maggior rilievo dell’opera, dal conte Danilo, ad Hanna Glawari, da Njegus a Valentienne ed il Barone Zeta.
Ad interrompere il clima di festa il Nazismo che, come una lama nel burro, entra nello spettacolo andando a invertire le parole del titolo ed andando a mettere il punto interrogativo su tutta l’opera. Lo stesso Nazismo che causò la morte del tenore austriaco, giustiziato il 5 marzo 1943 nel campo di concentramento di Theresienstadt, in Repubblica Ceca. Poteva essere allegra la vita di un attore teatrale che aveva dedicato tutta la sua esistenza a far ridere e divertire il pubblico seppur giustiziato per conto dello stesso “Furer” che lo aveva apprezzato in passato?
Ad arricchire il tutto la musica dal vivo, con il pianoforte di Dario Pierini, il clarinetto/sax e contralto di Andrea Tardioli e il violino di Piermarco Gordini, un vero valore aggiunto. Ciò che manca veramente allo spettacolo è il collante fra una scena e l’altra, si fa fatica in alcuni momenti a capire gli intenti della messa in scena, forse anche a causa del ritmo fin troppo frenico ed incalzante. Lo stesso ruolo di Louis Treumann risulta debole e poco “sfruttato”, raccontato.
“Allegra era la vedova?” debuttò nel 2005 a Cividale del Friuli. Per dodici anni è rimasto nel cassetto ed è stato ripreso ora con l’aggiunta del sottotitolo “One-man-show per una miliardaria”. La sensazione è che potrebbe sicuramente essere migliorato, ma per lo spettatore il prezzo del biglietto è ripagato dalla maestria di un Cannavacciuolo che in questo spettacolo ci ricorda il grande Paolo Poli.
Enrico Ferdinandi
14 ottobre 2018
informazioni
protagonista Gennaro Cannavacciuolo
ballerini Giovanni De Domenico e Fulvio Maiorani
scene Alessandro Chiti
costumi Claudio Cinelli e Giuseppe Tramontano
coreografie Roberto Croce
regia Roberto Croce e Gennaro Cannavacciuolo
pianoforte Dario Pierini
clarinetto/sax contralto Andrea Tardioli
violino Piermarco Gordini
disegno luci Michele Lavanga
fonica Alfonso D’Emilio
assistente alla regia Gianluca Delle Fontane
assistente coreografa Claudia Scimonelli
voci registrate Marco Mete e Stefanella Marrama