Recensione dello spettacolo Gretel e tutti gli altri in scena al Teatro Planet il 5 e 6 aprile all'interno del DOIT Festival 2016
Gretel "attraversa lo specchio" e torna tra noi. Viene a trovarci dopo tanto tempo che come tutti gli altri non l'abbiamo più chiamata per (ri)vedere i suoi "bambini" come sono diventati. Curioso è che nel rimembrarci le sue vicissitudini con Hänsel scopriamo qualcosa che a suo tempo c'è stato omesso. Mentre vagavano nel bosco affamati alla ricerca di qualcosa da mettere sotto i denti (tracciando la via con le briciole di pane) a un certo punto Gretel si perde tra gli alberi dove la voce della Natura la invita ad aprirsi e ad inziare un viaggio formativo, di crescita interiore, che la porterà ad attraversare (ed addomesticare) in ogni aspetto la sua paura.
Al termine di questa iniziazione, una volta "rinata", ritroverà anche Hansel col quale, sfuggendo alle tentazioni della casa di marzapane, vinceranno la strega e in ultimo troveranno il tanto desiderato e meritato tesoro.
Una messa in scena simbolicamente essenziale ma ludicamente performativa che, come in una fiaba, dal nulla crea paesaggi, situazioni, personaggi e cose. Marcella Pelleranno salta, striscia, rotola, danza...gioca con la mimica facciale e corporale, rende onomatopeica la realtà che la circonda e al contempo dà forma tangibile a suoni, versi e rumori.
Una variazione sul tema della fiaba riportata dai fratelli Grimm per ricordarci che c'è stato un tempo, una volta tanti anni fa, in cui ognuno di noi, nessuno escluso, è stato bambino (o bambina)...poi si sa, i giorni passano veloci come non fosse stato nulla e da un momento all'altro ci si ritrova adulti con un enorme carico di responsabilità e un lavoro da fare (o trovare) per tirare a campare.
Su due piedi si direbbe che ciò che siamo stati non sarà mai più. Perduto, tutto perduto per sempre. Invece no, se si avesse non tanto la forza ma il coraggio di lasciarsi andare alla bellezza intrinseca delle piccole cose di tutti i giorni, alla poesia di un raggio di sole che gioca con riflessi ed ombre tra le foglie di un albero, allo stupore celato nel volo di una farfalla di fiore in fiore...si scoprirebbe che una scintilla, nell'oscurità della dura corazza (costruita con tanta perizia) che ci occlude e sovrasta, ancora vibra e risplende nel tentativo mai vano di fare ancora un po' di luce in noi stessi.
Fabio Montemurro
8 aprile 2016