Martedì, 26 Novembre 2024
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Dal cinema al teatro: Daniele Luchetti ripropone “La scuola” con un cast d’eccezione

Recensione dello spettacolo “La scuola” in scena al Teatro Quirino dal 29 marzo al 10 aprile 2016

Sono passati 20 anni da quando il film di Daniele Luchetti “La scuola” è uscito nelle sale cinematografiche italiane: ciò che nel 1995 il regista proponeva sul grande schermo era un vero e proprio spaccato di quella che era la scuola italiana vent’anni fa. Sul testo di Domenico Starnone, il film, già trasposizione della piece Sottobanco, sottolineava come nel microcosmo di un qualsiasi edificio scolastico, studenti e insegnanti convivessero, alla men peggio, cercando di tirare avanti senza troppe faide e senza creare problemi gli uni agli altri. Tanti i guai e le preoccupazioni di un insegnante all’epoca, e altrettanti oggi: dopo aver visto il film e assistito allo spettacolo, la domanda nasce spontanea... ma è cambiato davvero qualcosa negli ultimi vent’anni? 

 

Se il film intendeva proiettare una flebile speranza in un futuro migliore, il testo teatrale, alla luce dei fatti più attuali, sembra voler riflettere proprio sul mantenimento dello status quo del sistema ‘scuola’ in generale e del ruolo dell’insegnante in particolare. Come  gli stessi protagonisti in scena al Quirino sembrano costantemente sottolineare, l’insegnante oggi è il mestiere più sottopagato e sottostimato di tutti, mestiere che, prutroppo, le promesse mai mantenute dai diversi governi succedutisi in vent’anni hanno finito di svalutare.

Se lo Stato non garantisce alcun miglioramento alla categoria, perchè gli insegnanti dovrebbero continuare a credere nell’istituzione scolastica e nell’importanza del loro ruolo nell’odierna società? Quando è la loro stessa professionalità a essere messa in gioco, quanto peso può valere ancora instaurare un buon rapporto con gli studenti? Non ci è dato conoscere il futuro del sistema scolastico in Italia, ma il passato è ben rappresentato dalla maggior parte degli attori che nel ’95 presero parte alla pellicola e che sono tornati a vestire i panni di quel gruppo di insegnanti riunito per gli scrutini di fine anno. 

A essere scrutinata è una classetta niente male in cui non manca il ragazzo problematico che cerca una via di fuga dalla quotidianità, quello con la famiglia sfasciata, la ragazza innamorata, la secchiona, lo svogliato e tanti altri personaggi rappresentativi di altrettanti stereotipi ancora duri a morire all’interno della scuola. Si tratta di personaggi che non appaiono sul palco ma prendono vita grazie al racconto degli attori in scena, che evocano ora quello ora quell’altro studente o raccontano con dovizia di particolari singoli episodi che aiutano lo spettatore a ricostruire ‘virtualmente’ gli elementi di questa classe. Ancora una volta, il pregio della regia è quello di porre l’accento sui problemi di cui oggi, nel 2016, la scuola italiana soffre, come la mancanza di incentivazioni, il pressappochismo, la buona volontà non supportata che, piuttosto, porta gli studenti come il fantomatico Cardini, che sa fare bene la "mosca", a rimanere intrappolati all’interno di una realtà aliena e alienante. 

A dar vita a questa nuova versione di “La scuola” sul palco sono sette attori: Silvio Orlando, Roberto Nobile, Antonio Petrocelli e Vittorio Ciorcalo vestono di nuovo i panni rispettivamente dei professori Vivaldi, Mortillaro, Cirrotta e Mattozzi, mentre le new entry Marina Massironi, Roberto Citran e Maria Laura Rondanini interpretano la professoressa Majello, il preside e la professoressa Lugo. Tutti ben calati nel proprio ruolo, i sette riescono a dar vita a un corpo docente dettagliatamente rappresentato, che si trova ad affrontare problemi tangibili ed estremamente attuali. Ognuno di loro viene fuori con il proprio carattere e i propri difetti grazie al reciproco confronto e alla lotta quotidiana con i colleghi e i propri studenti, così come avviene oggigiorno in qualsiasi scuola. Anche se in alcuni momenti capita di provare nostalgia verso il film, questa versione teatrale si presenta non priva della stessa comicità, degli stessi dialoghi brillanti e delle stesse situazioni paradossali tanto care al regista.

 

Diana Della Mura 

1 aprile 2016

 

 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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