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Journal d’un corps. Il diario di un corpo

Recensione dello spettacolo “Journal d’un corps” in scena al Teatro Argentina dal 23 al 25 Marzo 2016

Il diario di un corpo. Per una volta non un diario dei ricordi o delle emozioni o delle passioni, non un diario che punta a raccontare le vibrazioni di uno spirito, né un diario che vuole indagare sulla psiche, piuttosto un diario che si ripromette di descrivere solo ed esclusivamente l’umano involucro materiale. 

 

Nella tradizione del pensiero occidentale il corpo è visto per lo più come una gabbia dell’anima, spesso è stato additato come limite, attraverso un dualismo snocciolato nei secoli, il corpo è stato relegato, sempre assoggettato, nella lotta tra materialità e spiritualità. In questo romanzo, sapientemente trasformato in spettacolo teatrale grazie alla complicità di Clara Bauer, Daniel Pennac, romanziere eclettico, vincitore del Premio internazionale Grinzane Cavour nel 2002 e nel 2005, affronta una vera e propria rivalutazione del principio materiale dell’uomo. 
Tornata a casa dopo il funerale del padre Lison si vede consegnare un pacco, un regalo post mortem del defunto genitore: un curioso diario del corpo. Dai 12 agli 87 anni quest’uomo tiene il diario delle sorprese che il suo corpo fa alla sua mente. Il corpo diventa così veicolo primario delle esperienze vitali, comune denominatore di tutti gli esseri viventi. Il racconto delle evoluzioni e delle involuzioni di questo involucro carnale rende protagonista ogni spettatore che non può far a meno di rivedersi nel bambino, ritrovarsi nell’adulto, pensarsi nell’anziano, il corpo individuale del protagonista diviene il corpo comune degli spettatori.
Daniel Pennac sul palco del teatro Argentina è una forza della natura, recita in francese i brani tratti dal suo testo, si muove liberamente in una scenografia semplice ma argutamente distribuita, il pubblico si diverte, applaude, si commuove, riflette, poi ridacchia sotto i baffi, poi si entusiasma di nuovo, s’intenerisce, pensa. Lui continua la lettura, il libro tra le mani è chiaramente il compagno di un lungo viaggio. Le emozioni, in una vasta gamma, si susseguono, come quelle di una vita intera, condensate tutte in un’ora e un quarto di spettacolo. Jouranl d’un corps meritava di uscire dal silenzio che regna da sempre tra il romanzo e il suo scrittore, Daniel Pennac riesce a realizzare uno show vivo, come siamo vivi noi che assistiamo, grazie al nostro corpo, veicolo e protagonista.


Greta Giammarioli

29 marzo 2016

 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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