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Rumori fuori scena. Non perdere di vista le sardine!

Recensione dello spettacolo Rumori fuori scena in scena al “Teatro degli Audaci” dal 03 al 20 marzo 2016

Teatro nel teatro, o che dir si voglia si parla di metateatro. La commedia inglese "Noises off" di Michael Frayn, scritta e rappresentata per la prima volta nel 1983, prende nuovamente vita ad opera di una nuova compagnia italiana che dichiara senza timore il proprio spirito temerario; “gli audaci” per l'appunto. Il rischio è dichiarato, quindi la compagnia ne è consapevole e lo ha calcolato. Così Flavio De Paola, regista e attore dello spettacolo dimostra grazie a questa rappresentazione come un testo drammaturgico sia frutto della combinazione di più elementi. Un cast gremito, difficile da gestire e coordinare, una serie di gag che si ripetono ad intervalli e a specchio tra il "sulla scena" ed "il fuori scena" ed un pubblico a cui riferirsi, sempre, di modo che ne comprenda il complicato intrigo. Insomma un testo per nulla semplice ma tanto ambito da qualsiasi compagnia a cui piaccia mettersi in gioco.

La storia per chi non la conoscesse è quella di una Compagnia e del suo regista che mettono in scena uno spettacolo teatrale, apprestandosi a compiere una tournée in America. Noi spettatori assistiamo alle prove tecniche o generali che siano; si tratta delle ultime prove ed evidentemente gli animi sono piuttosto accesi, data la tensione per il prossimo debutto.

Il pubblico segue la rappresentazione e si appassiona alla vicenda rappresentata con entrate ed uscite dalle numerose porte della scenografia ma è subito interrotto da un'altra vicenda, quella umana degli attori che interpretano i personaggi, perché potendo spiare anche le quinte, scopriamo i legami e le relazioni che s'intessono fra loro: lo spietato regista ha più di una relazione clandestina con le componenti del cast tecnico e non, gli attori di lunga data manifestano le loro debolezze dovute all'età e alla stanchezza, altri i propri tic e deformazioni personali...insomma ognuno di essi ben identifica quelle figure tipiche nell'immaginario collettivo teatrale.

Lo spettacolo oltre alla difficoltà di rendere comprensibile il dentro e fuori scena, richiede anche la sospensione dell'incredulità da parte di un pubblico che non sta assistendo a delle reali prove teatrali e per questo il grande merito di questa rappresentazione sta nel rendere quanto più verosimile e quasi tangibile il dialogo con gli attori. Lo dimostrano le manifestazioni d'ilarità e di partecipazione anche per le battute suggerite dal pubblico in sala.

Notevoli le interpretazioni di due personaggi femminili, senza nulla togliere al resto della compagnia: ma l'attrice “oca” Maria Cristina Gionta interpreta perfettamente il ruolo, enfatizzandone i toni in maniera davvero esilarante; senza poi dimenticare la bravura della governante, la signora Clakett, Antonella Rebecchi, la cui esasperazione sfiora il lirismo quando “non riesce a pensare con una mano sola”.

 

S.D.

20 marzo 2016

 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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