Recensione dello spettacolo Don Giovanni di Molière, in scena la teatro Quirino dal 2 al 14 febbraio 2016
Alessandro Preziosi porta in scena al teatro Quirino il Don Giovanni di Molière ed il risultato è superlativo. Una messa in scena che, come annunciato dalla locandina, vuole proporsi di “realizzare un copione dal carattere postmoderno e cinematografico, ma capace di introdurre elementi che attivano il pensiero”.
Difatti alla tradizione si alterna costantemente l’attualità. Alle ambientazioni moderne cedono il passo costumi d’epoca, ceroni e parrucche bianche che a loro volta si sovrappongono alle canzoni di oggi (Pink Floid), e di ieri (Mozart e Stravinsky).
E se inizialmente si rimane spiazzati dalla scelta di affidare buona parte della scenografia ad un ampio schermo in tulle con tre porte centrali (che permette però di creare ambientazioni che altrimenti per costi e fatiche sarebbe impossibile proporre), col passare del tempo ci si abitua alla trovata. L’idea del movimento irrompe con vigore sulla scena e rende lo scorrere del narrato ancora più fluido e coeso. Ambientazioni ed effetti scenici che non pensavi di poter vedere a teatro lasciano piacevolmente sorpresi e danno un tocco in più, quasi onirico, ed occorre precisarlo mai banale, alla pièce.
Un alto livello merito anche, e non secondo per importanza, dell’adattamento di Tommaso Mattei della tragicommedia dell’autore francese vissuto a metà Seicento. I cinque originari atti diventano due, per una durata totale di due ore e mezza, ma i personaggi rimangono fedeli, per caratterizzazione e condizione a quelli originali.
Alessandro Preziosi, che cura anche la regia, è un Don Giovanni superficiale ma puerile, che “non connette il cuore con la lingua” e sordo alle richieste altrui pensa a soddisfare esclusivamente il suo ego. Nando Paone è Sganarello, servo di Don Giovanni e per certi versi suo alter ego, che ne disprezza la condotta ma che tace perché in fondo, come si vedrà alla fine dopo la morte del suo padrone, niente per lui conta più che la paga. Ottime le performance di tutti gli altri attori.
Quella di Molière è una versione del Don Giovanni che nel ‘600 destò scandalo e polemiche per i caratteri libertini, superstiziosi e persino avari che mostrava alla platea. La versione che oggi Alessandro Preziosi propone non scatena certamente scandalo ma fa perfino di più, fa pensare con leggerezza ai danni-drammi che vizi e perversioni possono causare all’uomo. Lo spettatore, come affermato più volte dallo stesso Preziosi, si ritrova così a guardare una tela del Seicento (non a caso un’enorme cornice da quadro è posta davanti alla scena) che continua ad agitare i pensieri e gli animi degli astanti anche quando il sipario va a chiudersi.
Enrico Ferdinandi
4 febbraio 2016
informazioni
Don Giovanni
dal 2 al 14 febbraio
KHORA.teatro
TSA Teatro Stabile d’Abruzzo
Alessandro Preziosi
con la partecipazione di Nando Paone
di Molière
traduzione e adattamento Tommaso Mattei
e con Lucrezia Guidone Maria Celeste Sellitto Roberto Manzi
Daniele Paoloni Daniela Vitale Matteo Guma
scene Fabien Iliou
costumi Marta Crisolini Malatesta
luci Valerio Tiberi
musiche originali Andrea Farri
supervisione artistica Alessandro Maggi
regia Alessandro Preziosi