Recensione dello spettacolo Il Paraninfo in scena al Teatro Sala Umberto dal 12 al 17 gennaio 2016
Don Pasquale Minnedda è brigadiere della Guardia di Finanza in congedo che passa il suo tempo ad accoppiare uomini e donne in base alle loro "doti" e non ai sentimenti che potrebbero provare l'uno per l'altra e viceversa. Il suo sogno sarebbe veder tutte le coppie che ha formate felicemente sposate come lo è lui con sua moglie che, e questo non è un dettaglio trascurabile, da sempre ama.
Le malelingue in paese lo chiamano "U Paraninfu" e in occasione dell'arrivo di un professore in pensione e di un tenente piemontese del Regio Esercito prossimo al congedo trova la genesi al coronamento del suo sogno: far sposare le bruttissime e avarissime sorelle Macamé.
Da qui prende il via un gioco fatto di sgangherati tatticismi, farsesche schermaglie e una lunga serie di equivoci linguistici e situazionali che culminerà prima in un disastro, poi in un "probabile" duello e infine in un lieto fine che per il protagonista profuma di epico ma che per chi guarda è semplicemente un happy ending.
Il testo di Capuana che cerca di raccontare il continuo contraddirsi del protagonista che ogni volta, a sua detta "per fare il bene dei compaesani ingrati", dopo tante fatiche perviene sempre ad amari risultati, all'epoca della pubblicazione della novella (1903) e successivamente della stesura della commedia (1914) era un pretesto per fare una serie di precise critiche alla società siciliana a lui contemporanea; oggi nel XXI secolo pur diventando un testo che fa sorridere e uno spettacolo che fa morire dalle risate, Il Paraninfo nonostante sia passato un secolo, lascia ancora riflettere.
Enrico Guarneri sul palco dimostra la sua innata bravura istrionica, riservandosi a tratti dei veri e propri ritagli da "mattatore". Tutti gli altri attori in scena non sono da meno dimostrando ancora una volta come qualità recitativa e riscontro di pubblico e critica vadano di pari passo.
Un lavoro portato già tante altre volte in scena e che nel suo continuo affinarsi dimostra di essere un meccanismo fatto di tanti ingranaggi ormai provati e ben oleati. Il pubblico ha riso spensieratamente lasciandosi alle spalle per due ore in modo sano e intelligente i crucci e pensieri di tutti giorni. In sala c'era anche Pippo Baudo, ma non è stato certo la principale attrazione della serata.
Fabio Montemurro
17 gennaio 2016