Recensione dello spettacolo Sorella con fratello, in scena al teatro dei Conciatori dal 15 al 20 dicembre 2015
Leonardo e Lea sono due fratelli dal rapporto molto intimo e fin da subito si intuisce, oltremodo morboso. Li troviamo all’interno di una sala di prove musicali mentre lui cerca di incitare lei, di tirarla su di morale. Sì, tirar su di morale, perché non ci vorrà molto per capire, dalle parole dei protagonisti, che Lea si trova in una casa di reclusione psichiatrica a causa di un omicidio. L’omicidio della madre.
Ma in questa storia, ultima fatica di Alberto Bassetti che chiude la sua indagine sulle dinamiche familiari (dopo le opere Le due sorelle e i due fratelli), niente è scontato, anche se bisogna confessare che la trama la si intuisce fin da subito. Si tratta di uno dei temi più ricorrenti dal teatro greco ai giorni nostri, l’incesto familiare che fa scaturire una tragedia senza fine. Senza fine perché una volta compiuta questa sarà pronta a lasciare il segno per sempre nei ricordi e quindi nelle azioni di chi l’ha vista e compiuta.
Sul palco ad interpretare i due fratelli ci sono Alessandra Fallucchi e Alessandro Averone, che sostituisce Enrico Lo Verso protagonista delle prime repliche della pièce. La regia di Alessandro Machìa si concentrata sui movimenti, sulle posture dei corpi, sui giochi di luce in grado di tagliare e svelare sfumature espressive che rendono cariche di maggior enfasi le rivelazioni dei personaggi. La scenografia è essenziale, una tastiera musicale, una sedia e un microfono posto su di un’asta amplificatore di una voce, quella di Lea, unico veicolo, mezzo per redimere le colpe di una vita che vorrebbe poter solo dimenticare.
Sono molti i temi che vengono trattati nel dialogo “finale” fra i due fratelli. Finale perché l’indomani Lea avrà terminato di scontare la sua pena e sarà finalmente libera dalle sue colpe, ma a quanto pare non dall’ossessione che il fratello prova per lei. Affrontare questo problema porterà i due, dopo anni di incontri dai sentimenti mascherati a svelare tutte le carte. In tal senso il loro male rappresenta quella mancanza, forte per tutto lo spettacolo, di una linea direttiva da seguire decisa e rassicurante, quella che solo due genitori possono dare ai loro figli. Mancanza ben nota nella nostra società e causa di molti dei mali che ci circondano. Sarà stata proprio quella mancanza a portare i due fratelli alla deriva?
Non possiamo svelarvi oltre, ma possiamo dirvi che di Sorella con Fratello ci rimane più di ogni altra cosa l’ottima interpretazione di Alessandro Averone che si supera nel monologo che lo porterà a rivelare la verità sulla morte della madre, dieci minuti di recitazione che giustificano allo spettatore il prezzo del biglietto.
Enrico Ferdinandi
19 dicembre 2015