Recensione de Il cambio dei Cavalli, in scena la teatro della Cometa dal 17 al 27 settembre 2015
Cos’è il cambio dei cavalli? Un momento di stasi, una sosta, quello che oggi chiameremo far benzina. Ricaricare le batterie per poi riprendere il cammino intrapreso. Non poteva esservi titolo più azzeccato per quest’ultima commedia, scritta e interpretata da Franca Valeri e in questi giorni in scena al teatro della Cometa, fa riflettere sulle ipocrisie della vita indagando fra i rapporti umani in maniera del tutto originale.
Lei, una vecchia signora ironica e raffinata Anne Marie (Franca Valeri), diventa amica di lui, Oderzo Maria (Urbano Barberini), il figlio del suo storico amante ormai deceduto. Fra i due c’è un legame, rappresentato dal ricordo del defunto, fatto di ricordi, di voglia di conferme mai avute del tutto, di qualche rimpianto e della necessità di trovare degli obiettivi per un futuro già scritto. A rompere gli equilibri arriva un’altra lei, Galet (Alice Torriani) escort alla ricerca di un buon partito per sistemarsi. Questa rappresenta quell’ipocrisia e vanità tanto ostentata al giorno d’oggi.
Il cambio dei cavalli non è quindi che una scusa, un modo per evitare il reale, per non rilevare agli altri ciò che si ha dentro. Le conversazioni fra Anne Marie e Oderzo fanno dimenticare di essere a teatro, sembra più di trovarsi in un salotto con amici a parlare di un libro che pian piano prende forma dalle parole per diventare carne e farsi leggere con tutti i sensi. Non a caso questa commedia tocca argomenti attualissimi. Se da una parte vediamo una società telefonino dipendente, che non guarda nemmeno più negli occhi il proprio interlocutore e pensa solo all’amor proprio, dall’altra, in disparte, vi è chi ancora cerca risposte nell’arte e si continua ad interrogare sui misteri dell’anima umana: essere o non essere?
Dice bene Oderzo, questa massima shakespeariana racchiude il dubbio che prima o poi nel corso della propria esistenza ogni vivente è chiamato ad affrontare. Dubbio che nell’epoca moderna viene però eluso, messo da parte, soppiantato da altre cose da fare. Il dialogo si fa sempre più asettico. Ridotto. Chiuso. Il minimo indispensabile per dire quel che si vuol dire, rigorosamente, solo a metà. Questo è il messaggio che Franca Valeri ci ha trasmesso.
La regia di Giuseppe Marini gioca su duplici piani, con un tulle che divide il palco in due ambienti, tagliati trasversalmente. La scenografia ruota letteralmente intorno (per motivi pratici) ad una Franca Valeri, vero fulcro della messa in scena. Lei è la vera catalizzatrice dell’attenzione, anche quando si trova in penombra riesce a pungere e far riflettere con le sue battute in maniera sagace ed intelligente. L’ambiente scenico è privo di ornamenti, lineare e duro.
Dieci minuti di applausi con il pubblico del Cometa che, nella prima prima su questo palco, apprezza di buon grado questa commedia e il modo in cui, ad oltre novant’anni, Franca Valeri ha condotto il suo cambio dei cavalli.
Enrico Ferdinandi
18 settembre 2015
informazioni
di Franca Valeri
FRANCA VALERI, URBANO BARBERINI
e con ALICE TORRIANI
regia Giuseppe Marini
Durata dello spettacolo: 80 minuti senza intervallo