Recensione di Otello in scena al Silvano Toti Globe Theatre di Roma dal 3 al 20 settembre 2015
Ma è davvero solo Otello il protagonista di questa tragedia shakespeariana?
Assistendo alla versione, prodotta dalla Politeama Srl, in scena al Globe è la prima cosa che viene da pensare.
Precisiamo. Non viene da pensarlo perché Othello (Maurizio Donadoni) è attorialmente inesistente, schiacciato da uno Iago (Gianluigi Fogacci) che dal punto di vista recitativo insieme a Brabanzio (Nicola D’Eramo) è il migliore sul palco, ma perché quest'ultima interpretazione a cui assistiamo da quando Shakespeare diede vita a questa sua potente e immortale opera pone l'attenzione sì sulla vulnerabilità interiore dell'essere umano e sulla sua grande ed innata capacità d'autodistruzione, ma anche sul sul meccanismo psicologico che porta a compimento il dramma del tormento della sensualità.
Iago riconosce tutti i meriti del Condottiero al servizio della Serenissima e non mette neanche in dubbio le sue decantate virtù, eppure gli è giunta labile una voce che Otello si sia infilato nel "Suo" letto con "Sua" moglie. Questo basta a far cadere il seme del dubbio che alimentato dai pensieri subito attecchisce e germogliando inizia a corrodergli l'animo.
Con Iago s'innesca la reazione a catena che lo porta ad applicare sul vittorioso nuovo Governatore di Cipro la Legge del Taglione: Occhi per occhio, dente per dente… moglie per moglie.
In realtà alla fine Otello e Iago sono due facce della stessa medaglia. Iago è, usando un gioco di parole, "il lato oscuro" di Otello e non perché innesca per vendetta (non per invidia) il beneficio del dubbio che porta in un escalation di gelosia ai tormenti dell'animo ma perché gli "istinti" che muovono la franca e nobile natura del Moro nel suo Alfiere invece muovono a un sottile ma maligno ingegno sempre attento a sfruttare situazioni e persone per perseguire il suo distruttivo disegno che, come sappiamo, dopo l'uxoricidio della povera Desdemona, sarà rivelato dalla moglie Emilia ad Otello.
Emilia viene trafitta a morte da Iago, il Moro consapevole di aver perso la guerra contro il nero se stesso si suicida e Iago, coscienza cattiva del "protagonista", come tutti quelli che guardandosi allo specchio non si riconoscono più finisce in rovina e sotto tortura.
Potrebbe sembrare che il Male abbia vinto ancora una volta (l'autodistruzione s'è compiuta, non c'è ombra di dubbio, ed ha anche seminato morte intorno a se) eppure nel momento del trionfo l'ironia della sorte ricordandosi della dicotomia Otello/Iago precipita nell'inferno anche il diavolo provocatore: come tutte le guerre, quella contro noi stessi non ha ne vincitori ne vinti e tanto meno eroi.
Niente di nuovo a parte l'interpretazione del tema portante della tragedia per una messa in scena sotto tono che meriterebbe, date le potenzialità delle scelte registiche, qualcosa di più.
Fabio Montemurro
7 settembre 2015
informazioni
Interpreti
(in ordine alfabetico)
DOGE GRAZIANO - SIMONE BOBINI
DESDEMONA - MARIA CHIARA CENTORAMI
MONTANO, I SENATORE - NICOLA CIAFFONI
BIANCA - ANTONELLA CIVALE
BRABANZIO - NICOLA D’ERAMO
OTHELLO - MAURIZIO DONADONI
IAGO - GIANLUIGI FOGACCI
LODOVICO - SEBASTIAN GIMELLI MOROSINI
CASSIO - MASSIMO NICOLINI
RODERIGO - GIGI PALLA
EMILIA - CARLOTTA PROIETTI
SCENE
Fabiana Di Marco
COSTUMI
Maria Filippi
MUSICHE ORIGINALI
David Barittoni
CONSULENTE MUSICALE
Adamo Lorenzetti