Recensione dell spettacolo La vera vita del Cavaliere Mascherato in scena al Fringe Festival il 7 – 9 – 11 giugno 2015

Nato dall'assemblaggio dell'opera incompiuta La vita reale di Jacob Geherda e altri frammenti sparsi del drammaturgo tedesco il Cavaliere Mascherato in questione guarda con cipiglio critico al passato quanto ai tempi d'oggi annullando il lasso temporale che separa idealmente il passato dal presente nella vita di tutti i giorni dell'uomo comune che affolla le strade delle piccole medie e grandi città del Mondo.

Jacob è il cameriere di un deprimente albergo della periferia berlinese che la brama di evasione da una squallida realtà fa diventare in sogno il Cavaliere Mascherato agli antipodi della suo reale essere, quindi coraggioso e vanitoso che vive continue disavventure fatte di amori e duelli per la difesa degli oppressi.

 

Jacob si ritrova così a vivere due vite quella reale che inizia a criticare e rifiutare e quella onirica che inizia a desiderare sempre più; sarà proprio questo desiderio sempre più forte a fargli prendere una fondamentale presa di coscienza su se stesso e sul mondo reale che lo circonda e a portarlo al bivio del "realizzare davvero la voglia di cambiare o continuare ad adeguarsi allo stato vigente delle cose?"

 

Una storia molto attuale che nelle sue dinamiche e soluzioni ricorda e rimanda ad autori e intellettuali nostrani come Pirandello col suo "Il treno ha fischiato" e il cameriere di "Faccia da Mascalzone" nei Racconti romani di Moravia.

 

Una sarcastica metafora del mediocre uomo moderno che per sopravvivere alla vita di tutti i giorni deve giungere a continui compromessi con se stesso, gli altri e il mondo pur di non perdere quel po' che pensa di aver faticosamente conquistato.

 

 

Fabio Montemurro

 

13 giugno 2015