Lunedì, 25 Novembre 2024
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Girotondo Le ballet mécanique de Arthur Schnitzler

Recensione Girotondo in scena al Teatro India il 30 maggio 2015 all'interno dell'All In Festival




                                                                                            "Als das Kind Kind war,
                                                                                                     wußte es nicht, daß es Kind war,
                                                                                                     alles war ihm beseelt,
                                                                                                     und alle Seelen waren eins."

                                                                                      (Peter Handke, Lied vom Kindsein, 1987)

 

Uno dei testi più celebri e censurati di Arthur Schnitzler  torna al Teatro India in forma performativa.

 

Torna tralasciando, dopo poco più di un secolo, la critica "sociale" insita nei "dieci incontri" tra tipi di estrazione sociale differente e focalizzando lo sguardo sulla meccanicità del rapporto tra uomo e donna.Un interrelazionarsi privo di reali sentimenti, dove lo slancio emotivo diviene maschera ipocrita della pulsione sessuale dell'animale Uomo che deve sfogarsi le proprie frustrazioni e nevrosi sull'altro/a.

Emerge in primo piano quindi l'aspetto psicologico e sociologico dei dieci personaggi (5 donne e 5 uomini) che a loro modo cercano di trarre profitto l'una dall'altro. Come all'epoca faceva già notare la nascente psicoanalisi è tutta una questione di Eros e Thánatos ...ma nell'ottica del drammaturgo Viennese è Thánatos  ad averla vinta in quanto l'Eros inevitabilmente soccombe alla pulsione sessuale e quindi al Thánatos portatore della morte dei sentimenti, degli ideali, della ragione, di se stessi e con noi di ogni altra cosa vivente e non intorno a noi.

 

Lo spettacolo attraverso la banalità del linguaggio e dei dialoghi, il ripetersi, in chiave diversa, sempre delle stesse situazioni e l'inautenticità e propensione allo stereotipato dei personaggi, pone e lascia nello spettatore diversi interrogativi; primo tra tutti: Cosa è cambiato da Ieri ad Oggi?

 

Dieci individui vuoti dentro che cercano di riempire questa loro voragine interiore fagocitando emozioni all'eterna ricerca di stimoli sempre più forti che li facciano sentire realmente vivi e non anime morte tra la moltitudine di anime nel limbo dell'annoiata vita terrena.

 

...ed essendo un Girotondo tutto finisce come inizia ed è Il poeta, attraverso le parole della Canzone dell'infanzia di Peter Handke, a rievocare l'ingenuità e la purezza di quando tutti sono stati (e siamo stati) bambini.

 

Fabio Montemurro

10 giugno 2015

 

 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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