Recensione di Musami, o Vate, alle Colonne del Vizio in scena dal 19 al 24 maggio 2015 al Teatro dei Documenti
Una vita spesa tra la lucidità calcolatrice e l'innata possessione misteriosa che trasforma un poeta in un acceso intermediario di vibrazioni, non può non concedersi una tappa nel tempio dell'arte per eccellenza, per l'occasione un teatro particolarissimo e suggestivo, completamente bianco, il Teatro di Documenti fondato da Luciano Damiani. La purezza di questa grotta ha ospitato le impurità infernali di Gabriele D'Annunzio: Mariaelena Masetti Zannini, nelle vesti di autrice, regista e attrice, si cimenta nell'ardua impresa di tradurre oniricamente il sistema di rapporti del vate, notoriamente uno più controverso dell'altro, e cambia qualche carta in tavola facendo incontrare nel terzo luogo, un limbo esistenziale dove tutto può succedere, e difatti succede, le donne per lui più significative, l'amico Cocteau, ma anche Andrea Sperelli, il suo più celebre personaggio che prende vita, perché anche con lui si scopre necessario un confronto-scontro.
Delle sue donne, incontriamo una madre sfinita, per lungo tempo della pièce confinata in un'altra area del limbo, e le muse che hanno ancora qualcosa da rivelargli: nella sua dimensione fantastica, D'Annunzio permette loro di esprimersi, consapevole che in verità sono eternamente condannate ad un'attrazione magnetica verso di lui, e rievocano infatti l'erotismo che ha caratterizzato la sua vita, e offrono alla vista dello spettatore i piaceri della carne.
Una persuasiva selezione musicale accompagna perfettamente un mélange delirante e caotico nel susseguirsi incalzante dei monologhi delle presenze che hanno ruotato intorno alla sua figura. Ospite d'eccezione, lo spirito del vate stesso, caldamente invitato dalla compagnia ad osservare, magari divertito, le simpatiche dinamiche che forse adesso, chissà, caratterizzano la sua stramba vita quotidiana nell'etere. Una sorta di seduta spiritica, l'approfondimento immaginifico e surreale che avvera le sue parole sulle irresistibili mani, incontrate “nel sogno, e ne la vita”.
Claudia Giglio
25 maggio 2015