Lunedì, 25 Novembre 2024
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Il secondo figlio di dio del Cristicchi cantastorie

Recensione de Il secondo figlio di dio in scena al Teatro Tor Bella Monaca il 16 e il 17 maggio 2015

Conosciuto dal grande pubblico italiano nelle veci di cantautore; premiato nel 2007 al festival di San Remo; capelli scuri, riccioli folti, occhiali da vista…

Avete capito di chi sto parlando?

Ebbene sì, è proprio Simone Cristicchi, autore dei tormentoni Vorrei cantare come Biagio e Ti regalerò una rosa, che si è esibito al teatro Tor Bella Monaca con l’anteprima (ancora in bozza) de Il secondo figlio di Dio.

E se vi dicessi che il Cristicchi ha calcato il palcoscenico in versione cantastorie e che ha anche riscosso un certo successo?

 

Sarà  forse per la sua voce melodica, forse per la sua presenza scenica o forse ancora per la narrazione intrigante, fatto sta che il nostro aedo moderno ha letteralmente rapito gli spettatori trasportandoli nella Toscana del XIX secolo.

Il testo, scritto a quattro mani con il regista Manfredi Rutelli, descrive la storia realmente accaduta di David Lazzaretti (1834-1874), un carrozziere di Arcidosso che nel fragile periodo storico postunitario viene investito dall’impulso di creare dal nulla le fondamenta di un sogno e di imbastirne poco a poco la struttura.

Cristicchi narra la vicenda di questo personaggio emblematico, che, folgorato da visioni divine e da queste stesse persuaso, si autoproclama reincarnazione di Gesù Cristo e raccoglie intorno a sé, sul monte Amiata, un ampio e variegato numero di seguaci.

Potrebbe sembrare l’ennesima follia dell’uomo, ma non è forse grazie alle idee più stravanti e impensabili che la civiltà si è evoluta?

Seppur per un breve periodo, il “profeta di Arcidosso” è riuscito a dar vita a una società comunista, che, resasi autonoma per merito delle braccia di ciascuno dei suoi membri, è stata in grado di suscitare il pavento dei più ricchi e dei più potenti.

È la storia di un uomo gonfio di sogni che, inseguendo un’ideale, si è scontrato contro l’astio di quelli che ai loro privilegi non intendono rinunciare.

È la storia che si ripete.

                                                                                                                

Francesca Scanavino

 

20 maggio 2015

 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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