Domenica, 08 Settembre 2024
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La Ridiculosa Commedia della Terra Contesa Un piacevole ritorno alla Commedia dell'Arte

Recensione de La Ridiculosa Commedia della Terra Contesa in scena al Teatro Due dal 7 all' 8 maggio 2015

 "Ha parlato...(Fendendo l'aria col coltello,accompagnato dagli accordi di chitarra) Gennarino Parsifàl, poh poh!"        

                                                                                           (Don Gennari', La sceneggiata, La Smorfia, 1980)

 

Partendo da un canovaccio che a lunghe linee delinea la storia, a colpi di improvvisazione e trovate sceniche si sviluppa una narrazione che sembra voler far solo divertire con mille richiami sgangherati alla cultura popolare, alla letteratura e all'attualità ma in realtà ha anche un altro importante obiettivo: far riflettere.

- Un povero contadino che parla con i "suoi" pomodori e le "sue" zucchine nella "sua" terra e due "presunti" proprietari che ne rivendicano il possesso.

 

- Il ritorno inaspettato di una figlia dall'Oriente a Ponente.

- Un matrimonio combinato che diventa truccato.

- Un imbranato soldato spagnolo alla ricerca della donna di cui si è innamorato.

- Un mistero fatto di bolli e controbolli.

-Fughe, scomparse...e ritorni.

Questi gli ingredienti di una storia che senza troppe pretese partendo da un fatto storico, la Disfida di Barletta, facendo sorridere (e anche ridere) vuole  far riflettere su tutti i "conflitti" dovuti agli "interessi economici e di potere", e viene  da se che è molto più costruttivo far così che fare lo medesima cosa ma senza comicità, rattristando.

Una filosofia lavorativa, quella dei Nuovi Scalzi, che ci è piaciuta e che ribadisce come dalla linfa giovane e con idee nuove (sì è vero la Commedia dell'Arte è cosa antica ma quella a cui abbiamo assistito è e al contempo non è Commedia dell'Arte, perché riprendendone la struttura e le dinamiche pone poi le basi per una rivisitazione del genere che va oltre ciò che è stato il passato...e non cacciamo fuori la famiglia Rame, per favore!) il teatro possa rinascere a nuova vita senza dover più contare solo su quegli attori datati spesso come fossili e che parte del pubblico continua ad osannare e (soprattutto) pagare profumatamente solo per vedere a che punto è il loro stato di decomposizione.

 

Fabio Montemurro                                                                                                               

 

10 maggio 2015

 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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