Domenica, 08 Settembre 2024
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Il Giuramento. Il seme del villaggio

Recensione de Il Giuramento in scena al teatro Studio Uno dall’1 al 10 maggio 2015

Immaginate di essere donne del XIX secolo.

Immaginate di essere in età da matrimonio.

E infine immaginate che tutti gli uomini che animano la vostra vita spariscano da un momento all'altro.

Ebbene lo so, sembrerebbe impossibile, ma se vi dicessi che è accaduto veramente?

La storia (tratta dal romanzo autobiografico "L'uomo seme" di Violette Ailhaud e riadattata da Gaia Adducchio) comincia nel 1952 con l'arrivo delle truppe di Napoleone III nel paesino provenzale di Poil e la conseguente deportazione all'estero di tutti gli uomini del villaggio, in quanto potenziali nemici dell'impero.

È l'ormai ottantatreenne Violette che, in occasione della fine della prima guerra mondiale, con le sue parole cariche di amarezza ci riporta nel passato, all'epoca in cui a diciassette anni si vide privare della compagnia del padre, del futuro sposo e di ogni altro uomo del villaggio.

 

La narratrice, interpretata dalla camaleontica Camilla Diana, compie un vero e proprio balzo spazio-temporale, così permettendo al pubblico di percepire realisticamente l'andamento di questa nuova comunità di sole donne, che per tre lunghi anni non vide nemmeno l'ombra di un uomo.

La giovane attrice, dotata di una notevole espressività mimica, sostiene con abilità i 60 minuti di un tanto complesso monologo, il quale costantemente abbina voce e gesto.

Le parole di Violette si trasformano in immagini tangibili mentre ella spazza, lava, stende e stira con la foga instancabile del dolore e della rabbia.

La sofferenza dilaga nel villaggio, nutrendosi insaziabile del ricordo degli uomini deportati, del terrore di mai conoscere la gioia della maternità e del dubbio insidiante di una definitiva scomparsa del sesso maschile.

È con questo stato d'animo che le donne di Poil prendono una decisione fondamentale: pattuiscono che il primo uomo che si presenterà all’orizzonte sarà il seme del villaggio, il compagno di tutte.

Siglando le loro speranze in questo alto giuramento, costruiscono un sentimento di comunione e collaborazione incomparabile e legano definitivamente le proprie vite le une alle altre.

Non può che sorprendere la forza d'animo delle abitanti di Poil (e di Violette in prima persona), capaci di sacrificare le lusinghe dell'amore in nome del bene di quella comunità ormai matriarcale che, seppur  mutilata delle braccia e dei cuori dei suoi uomini, è stata in grado di reinventarsi e andare avanti.

Immaginate ora di essere voi quel primo uomo che giunge a Poil e di essere posti di fronte a una scelta: lasciare il villaggio o diventare il compagno di tutte le donne in età da matrimonio.

Accettereste di diventare il seme del villaggio?

                                                                                                                 

Francesca Scanavino

 

9 maggio 2015

 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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