Recensione dello spettacolo #Realiti in scena al Teatro Furio Camillo il 16 – 19 e il 23 – 26 aprile
Sei personalità differenti, ma accomunate dal medesimo obiettivo: vincere #Realiti, una sorta di Grande Fratello con tanto di confessionale e commenti via Twitter, proiettati sullo schermo in contemporanea con la vita dei concorrenti. Tutti i protagonisti sono persone tormentate, stanche della loro vita e fondamentalmente sole: c’è chi si arrabbia con gli altri per non doversi confrontare con se stesso, oppure chi crea falsi profili su Facebook e passa le giornate davanti al computer, vivendo la realtà di altre persone; non mancano i problemi familiari, una madre troppo severa o un marito violento, che promette di cambiare, ma poi alla fine non lo fa mai. Conflitti interiori, disagi sociali e depressione cronica sembrano requisiti essenziali per poter partecipare al programma. La vita nella “casetta” scorre lenta e monotona, tra una partita a carte e l’altra si mangia e ci si confronta. Le storie di ognuno si raccontano poco per volta, vengono estirpate ed escono fuori cariche di odio per il mondo e per la loro esistenza sciagurata.
Lo spettacolo prende in esame alcune tra le problematiche più diffuse nel mondo odierno: l’omosessualità ad esempio, che ancora non viene accettata dovunque, scherzi più o meno violenti continuano ad imperversare verso i gay, dichiarati o non, come se il loro modo di vedere l’amore sia dipeso da una malattia o da una grave forma di blasfemia. Soprattutto nei piccoli centri o nelle zone più periferiche questi esempi di bullismo sono frequenti e portano le persone ad aver paura di essere come sono realmente e per questo si nascondono, cercano di reprimere la loro vera essenza, le loro reali passioni, si autodistruggono. La vita è esattamente come un reality: non esiste totale libertà di espressione, perché sei continuamente osservato dal mondo, che ti giudica sistematicamente per ogni tua scelta, per ogni azione che compi o per ciò che dici. Perché dopotutto quando scegli sei da solo e spesso decidere cosa sia giusto fare, come sia giusto vivere, non è facile come sembra. Viviamo in un mondo ancora troppo vincolato al conveniente, a ciò che sarebbe meglio fare. Problemi come la depressione non vengono affrontati con la dovuta importanza e si cerca di risolvere tutto con frasi banali del tipo Ha bisogno di impegnare la mente, Ha bisogno di un uomo, Ha bisogno di darsi una svegliata. Soluzioni materiali, semplicistiche, dei paraventi per non guardare in faccia la realtà. Così tutto il mondo si nasconde, chi da una sola persona o chi da tutto il mondo, e non sa come scendere da questa giostra che ha iniziato a correre e sembra non fermarsi mai. Come si fa per ricominciare da capo, per cancellare tutte le paure e le angosce della vita? Forse vincere #Realiti mi porterà la fama, la ricchezza, gli amici, finalmente tutti si accorgeranno di me, ma il premio finale non è dolce come sembrava all’inizio: si vince la morte, l’eliminazione totale dei problemi, un suicidio in diretta. Un duro colpo, una morale cruda e tragica.
Veronica Mancino
26 aprile 2015