Lunedì, 25 Novembre 2024
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La claustrofobica lotta alla sopravvivenza nel bunker After the end

Recensione de After the end, in scena al teatro dell’Orologio dal 28 aprile al 10 maggio 2015

Il terzo spettacolo della rassegna Let’s get britsh, dedicata alla drammaturgia inglese, al Teatro dell’Orologio 

«Qual è stata la prima impressione che hai avuto di me? » chiede Mark a Louise, i due protagonisti di After the end, con la regia di Luca Ligato, in scena al Teatro dell’Orologio. 

Lei non risponde ma ride, segnando una marcatura profonda rispetto a tutto quello che è successo prima. Mark sembra essere un ragazzo premuroso, che porta in salvo la ragazza che ama per sottrarla alla distruzione di un attacco nucleare.  Una minaccia avvertita, mai come ora, attuale, tanto da non creare una barriera tra finzione e realtà, ci si immerge nella storia come rappresentasse una previsione possibile. Louise è sconvolta, del resto lei non ricorda niente. After di end è la discesa in un bunker, che sembra un miracolo, ma che si rivela ben presto un abisso.

L’inferno abitato di corpi carbonizzati, secondo quanto sostiene Mark non esiste, ma è nella sua testa e nella sua anima. In uno spazio claustrofobico dove per sopravvivere bisogna razionare il cibo e le energie, tutto sotto il controllo preciso di Mark che detta le sue regole anche quando propone di giocare a Dungeons & Dragons. Proprio il rifiuto della ragazza di assecondarlo nella creazione di personaggi fantastici, che impone il gioco, sovverte l’ordine e il precario equilibrio tra i due. Mark non accetta di non poter controllare l’unica cosa che desidera ottenere: l’amore di Louise. La premura si trasforma in tortura, in un clima di tensione crescente, supportata da una scansione serrata delle giornate e dall’essenzialità della regia. Da questo momento in poi lo scambio di battute ha la violenza di una coltellata, che travolge la svampita e fragile Louise, interpreta Valeria Perdonò, e dal sensibile e instabile Mark, impersonato da Alessandro Lussiana. I due attori riescono con grande precisione a reggere il ritmo incalzante e permettono al pubblico di leggere, attraverso i loro occhi persi nel vuoto, lo smarrimento dei personaggi e il disorientamento After the end. 

La compagnia Alraune sceglie per la seconda volta un testo del drammaturgo inglese Dennis Kelly, dopo il grande successo di Orphans. Sono le porzioni di società, dalla famiglia alla coppia, al ristretto campo della propria individualità a essere scandagliate a fondo in entrambi i testi di Dennis Kelly, autore della famosissima serie Utopia, ancora una volta ambientata in un periodo in cui la fine catastrofica potrebbe sopraggiungere da un momento all’altro. Di fronte alle situazioni di estremo pericolo le regole sociali vanno riscritte e si deve fare i conti con la propria personalità, la più autentica.

 

G. P. 

 

30 aprile 2015

 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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