Recensione dello spettacolo “Sweet Home Europa” in scena al teatro India dall’11 al 26 aprile 2015
Il pungolo da cui scaturisce questa drammaturgia è un quesito scottante: “A quasi vent’anni dalla nascita della UE, la Grande Casa Europea è un “cantiere ancora aperto” diceva Gorbaciov. Ma in che direzione stiamo andando?.
A porlo è Davide Carnevali, che ha il merito di sondare le radici coscienziose e antropologiche non di questo o quel popolo, ma dell’intera “stirpe” del Vecchio Continente. Per questo “Sweet Home Europa” si configura come una storia universale.
I suoi protagonisti infatti sono tre apolidi. Semplicemente “Uomo”, “Altro uomo”, “Donna”, che diventano man mano padri, mariti, figli, esuli, estranei, madri, mogli, casalinghe uomini d’affari o politici, lavoratori della terra, pescatori. Si misurano con l’Altro, con culture, tradizioni e religioni differenti, senza tuttavia mai comprenderle. Pensano d’avere un bagaglio di narrazioni orali identitarie, accorgendosi tuttavia nel raccontarle che la loro memoria è difettosa perché alterata e menzognera. Quale identità allora? Quale storia in cui credere? Resta una sola certezza ed è amara, cinica, ineluttabile: la storica ripetitività umana nel continuo scontro con la razza diversa, nel rigetto di ciò che non conosce (o meglio non vuole conoscere), nell’avidità di potere che da sempre ha seminato macerie. Anche se qui si parla soprattutto di macerie mimetiche, le più pericolose. Quelle calate in fondo all’aridezza dell’uomo contemporaneo che pure se non lancia più granate a mano o non imbraccia un fucile in trincea (almeno nella “macro-regione europea”, salvo eccezioni), non significa che abbia finito di battagliare con l’estraneo.
Tramite un linguaggio mordace, scene di raggelante umorismo e la sapiente regia di Fabrizio Arcuri, che con perizia dosa le esplosioni scenografiche e le musiche dei Marlene Kuntz (gruppo alternative rock a cui ha prestato la voce NicoNote), “Sweet Home Europa” arriva in profondità, fino al duro nocciolo della questione. Fa cioè i conti con la coscienza collettiva e individuale, sapendo che prima ancora che da trattati e da leggi progressiste, la vera riforma unitaria, casomai fosse possibile, deve passare nel pensiero del “Popolo cosmico” d’occidente.
Leonardo Livati
16 aprile 2015
informazioni
SWEET HOME EUROPA. UNA GENESI. UN ESODO. GENERAZIONI.
Prodotto dal Teatro di Roma (dall'11 al 26 aprile al Teatro India)
di Davide Carnevali
regia di Fabrizio Arcuri
con Michele di Mauro, Francesca Mazza, Matteo Angius
musiche e canzoni composte ed eseguite da Davide Arneodo e Luca Bergia (Marlene Kuntz) e NicoNote
ideazione progetto scenico: Andrea Simonetti
sculture sceniche esplosive: Enrico Gaido e Riccardo Dondana
assistenza alla regia Francesca Zerilli