Sabato, 23 Novembre 2024
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Phonemi: Il sono delle parole uno spettacolo di livello, ma per pochi intenditori

Recenzione di Phonemi - Il suono delle parole in scena al teatro SalaUno il 10 aprile 2015

Può un insieme di cose belle dar vita a qualcosa di sgradevole? Una goccia d'acqua è simbolo di vita. Tuttavia, più gocce d'acqua possono costituire un temporale, un potenziale pericolo per la vita stessa. Un bicchiere di vino al giorno durante i pasti può aiutare a prevenire le malattie cardiovascolari. Certo, si sa, eccedere con l'alcool a lungo andare porta alla dipendenza e a possibili gravi problemi al cuore stesso e al fegato. Il profumo di un fiore, di un piatto o di un'essenza reca piacere olfattivo, ma tanti  buoni odori sovrapposti possono nauseare. E' dunque possibile che i suoni emessi da strumenti melodiosi come l'arpa, il violino o il clarinetto, suonati per di più da professionisti, provochino le stesse irritanti percezioni del rumore?

Ma soprattutto, perché non dovremmo lasciarci sedurre anche dal potere che esercitano su di noi le sensazioni sgradevoli? Ad esempio, quelle provocate da un insieme di melodie diverse che potrebbero entrare in comunione fra di loro ma non lo fanno mai, volutamente. Come due potenziali anime gemelle che per qualche ragione decidono di prendere strade diverse. Attraverso la musica è davvero possibile proiettare all'esterno le sensazioni residenti nei luoghi più profondi dell'animo umano. La musica è in grado di dipingere le percezioni attraverso i suoni, di dare corpo alle più svariate suggestioni, visibili tramite occhi che non si trovano nella parte medio-alta del viso, ma nel punto di mezzo tra le orecchie e il cuore. Provocare, confondere  impressionare, sgomentare è il fine ultimo di chi esegue musica contemporanea, un genere che non a caso ha origine durante il Romanticismo, gli anni dell'estetica del "Sublime". Al Teatro SalaUno di San Giovanni il 10 aprile 2015 ha avuto luogo il terzo incontro della rassegna "Prospettive contemporanee- Ascolti del nuovo millennio", questa volta dal titolo "Phonemi - il suono delle parole",  protagonista la compagnia InDivenire Ensamble.

L'appuntamento ideale per gli amanti delle sonorità imprevedibili tipiche della musica contemporanea e sperimentale. Hanno aperto lo spettacolo i percussionisti Fabio Cuozzo e Luca Bloise, eseguendo "Oblique duo", di Jason Treuting. La prima parte dell'esecuzione è stata più coreografica e dinamica, dall'andamento più allegro, per poi scemare  nello straziante senso di angoscia provocato dal suono delle campane tubolari. Anche un sentimento negativo come l'angoscia merita di essere messo in risalto, in quanto tipico dell'essere umano. Ci si rende conto di essere ancora vivi e sensibili grazie alla sofferenza; in quest'ottica, essa perde parte della sua accezione negativa. Dopo lo sgomento iniziale, si passa all'esecuzione di "Tre liriche su versi di Dickinson e Whitman", l'esperimento sonoro della direttrice d'orchestra Teresa Fantasia: quello di dare corpo alle suggestioni provocate dal suono delle parole nelle poesie dei due autori, scandite dal tenore Valerio Pagano, accompagnato dal flautista Alessandro Pace, il clarinettista Matteo Taratufolo, la violista Roberta Rosato e dall'arpista Chiara Marchetti. L'incontro si è concluso con l'esecuzione di "Three songs of William Shakespeare" di Igor Stravinsky, con la voce della mezzo soprano Virginia Guidi. Certamente uno spettacolo di livello, ma per pochi intenditori.

 

Valentina Gargano

14 aprile 2015

 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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