Lunedì, 16 Settembre 2024
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Mosaico di Donna, Vetustà: Illustri donne del passato si svelano

Recensione dello spettacolo Mosaico di Donna – Vetustà  in scena al Teatro Antigone il 12 e 13 marzo 2015

La storia non è mai effettivamente come ce la tramandano; le menzogne e le ipocrisie, spesso e volentieri, sono andate a sovrapporsi così bene alla verità effettiva dei fatti da prenderne nei secoli a seguire il posto. A lungo andare, però, nello scorrere dei secoli, di tanto in tanto, un barlume di verità riaffiora da sotto il limo che l'ha ricoperta, per poi spesso essere rimesso a tacere...ma per fortuna riaffiora.

Mosaico di Donna – Vetustà, primo capitolo di una tetralogia work in progress che vuole mostrare la donna in tutte le sue sfaccettature, inizia a farlo proprio dal passato più remoto dando voce sul palco a cinque donne (reali o ideali) che nel corso della storia hanno avuta la loro importanza e il loro peso e per questo ne hanno sempre sofferto e pagate le conseguenze nonostante le fonti ufficiali giunte ai nostri giorni le dividano semplicemente o in sante o in puttane.

 

Penelope ha davvero provato piacere ad aspettare il suo Ulisse? , Messalina era davvero ciò che ci hanno tramandato o..? , La vita conventuale di Rosvita Di Gandersheim è stata davvero una scelta per vocazione?, Costanza D’Altavilla cosa fece per il figlio Federico II ? , Christine de Pizan cosa ha dovuto sopportare per farsi accettare come scrittrice pur non essendo un uomo?

A tutte queste domande risponde Vetustà che con intelligenza spoglia queste illustri donne della claustrofobica patina che il tempo le ha posato addosso riportando alla luce tutta la loro umanità, fatta di sentimenti e affanni, e la loro femminilità vissuta attraverso l'ineluttabilità di azioni estreme, il superare con dignità ostacoli difficoltà e vincoli sociali allora più pressanti di oggi.

Alla fine sul palco rimarranno la tela di Penelope, il pugnale con cui fu uccisa Messalina, la croce di Rosvita Di Gandersheim, l’anello del potere di Costanza D'Altavilla e la penna di Christine de Pizan; oggetti simbolo divenuti icone che queste donne ci lasciano a testimonianza di quanto siano stanche di essere divenute col passare dei secoli degli stereotipi vittime del luogo comune e del pregiudizio.

 

Fabio Montemurro

16 marzo 2015

 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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