Recensione di Carmina Burana, in scena al teatro Vascello dal 24 febbraio al 1 marzo 2015
Il fervore degli spettatori e il lungo applauso restituito alla fine dell'opera parlano da soli: "Carmina Burana" è senza dubbio una tappa incandescente sulla linea della danza contemporanea italiana. Cavallo di battaglia della Compagnia Spellbound Contemporary Ballet da quasi dieci anni, costituisce un'opera in continua evoluzione, riallestita, nel corso dei festeggiamenti per il ventesimo anniversario della compagnia, dal coreografo e fondatore del gruppo Mauro Astolfi.
Anche le musiche parlano da sé, si fondono con le torsioni dei danzatori per creare un linguaggio Altro che colpisce diretto lo spettatore, il quale resta incantato ad osservare corpi fluidi e preparatissimi che si uniscono e si respingono, ciclicamente, come sancito dalla Ruota della Fortuna.
Tutto ha inizio con un rumore indefinito e fastidioso, forse un tetro acquazzone, che accompagna le mosse di due ballerine marchiate da una croce rossa. Le donne si animano intorno, sopra, sotto un grande tavolo, finché la pioggia si abbatte fragorosamente nel buio, interrotto solo dalla luce di una lanterna, sulle temibili note di Carl Orff.
Corteggiamenti senza filtri, giochi, misteri, atmosfere si intrecciano seducendo l'occhio con infinite suggestioni. Le trasformazioni della scena sono a vista e inserite in modo naturale nella coreografia grazie a un eccellente uso dei minimi elementi scenografici: il tavolo, una panchina e un armadio di legno. I tre mobili sembrano effettivamente essere elevati a personaggi e sono soggetti a continue mutazioni a carico dei danzatori, da tavolo a parete, da panchina a scivolo, da vecchio portone ad armadio pieno di scheletri. Quest'ultimo è forse lo spazio più immenso di tutti: nel corso degli innumerevoli studi sulle possibilità di esplorazione dell'oggetto, si comporta come un varco magico che conduce verso mondi sconfinati.
Impressionante la fisicità dei ballerini, che a tratti pare abbiano rinunciato alla forza di gravità: scivolano come in volo sulle superfici a disposizione, oppure per niente impauriti si incastrano e si sciolgono, si lanciano e si raccolgono, certi che i loro simili, sul palco, si prenderanno cura dei loro corpi, in una continua e necessaria reciprocità di attenzioni.
Spellbound Ballet si riconferma tra i leader italiani nell'ambito della danza contemporanea. "Carmina Burana" è l'occasione per ricordarci che l'assenza del linguaggio verbale non rappresenta un limite, anzi è l'opportunità che cercava il corpo, costretto a superare se stesso e a prendersi tutta la responsabilità della comunicazione, per manifestare finalmente i suoi poteri.
Claudia Giglio
28 febbraio 2014