Lunedì, 25 Novembre 2024
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Augenblick: un viaggio immersivo alla ricerca dell'istante del possibile

Recensione de Augenblick in scena al teatro Studio Uno dal 14 al 22 febbraio 2015

Nel giorno della morte del maestro Luca Ronconi, padre della sperimentazione, inventore di spazi e vero demiurgo di teatro, il Teatro Studio Uno di Tor Pignattara, presenta, per l'ultima sera "Augenblick - L’istante del possibile": l'ideale omaggio e ultimo commiato a colui che è stato un curioso ed indomabile provocatore di visioni sceniche e teatrali.

Augenblick è un istante, anzi no, sono vari istanti, vissuti profondamente e intensamente da ogni singolo spettatore. Uno spazio nel quale si formano numerosi e mutevoli attimi che si dissipano, a loro volta, nelle scie e nel cammino che lo spettatore segue pedinando non solo un attore, ma una situazione labirintica che si dipana nei corridoi della scena.

Teatro "immersivo": il pubblico accolto gentilmente all'interno della scena, guidato nella trama e non solo a prender posto dinanzi ad una compagnia nel momento dell'atto, ma pubblico inteso come azione stessa della storia. Protagonista? Forse. Di certo curioso esploratore di più ambienti. "Cosa accade dietro le quinte?" si tende a domandarsi solitamente: in Augenblick ogni camera, ogni palcoscenico che ospita l'azione è una quinta, calpestata, vissuta e assaporata dal pubblico che vaga nel racconto.

Eccole a disposizione le varie dimensioni della realtà scenica: l'occhio scrutante dello spettator errante, si muove tra i fuggevoli e misteriosi eventi, entra sulla scena, anzi nella scena, immergendosi totalmente nella dimensione in cui, non già la trama, ma gli attori indicano e guidano, senza limiti nè barriere nè vincoli.

Spazi aperti, da scoprire e assaporare fino in fondo, con tutti i loro odori, le loro sensazioni e gli emozionali luoghi di scena da vivere in prima persona. 

Il Teatro "Immersivo", offerto dalla compagnia Amarante/Orma Fluens, rappresenta una nuova e particolarissima tipologia di performance in cui lo spettatore è, appunto, lasciato libero di fruire dello spettacolo a più livelli e con percorsi a propria scelta: un’esperienza attiva e partecipata, dove il pubblico mette in gioco la propria curiosità e il proprio sentirsi privo di un filo conduttore da seguire. C'è chi sceglie la trama, chi predilige il gusto della scoperta; chi curiosa tra il materiale di scena, chi si sofferma a riflettere all'oscuro; chi segue un singolo attore, carpendone movenze e interagendo con lui a sguardi e sussurri, chi si lascia trasportare dall'ambiente vintage, esotico e misterioso che si crea tutt'intorno. Insomma, un lavoro innovativo e sorprendente, oltre che incredibilmente coraggioso.

Si capovolge, alla ricerca di un filone intimo e personale da seguire, il simbolismo delle maschere: cadono quelle degli attori che mostrano la loro nudità attoriale, calata nell' universo interpretativo, mentre è il pubblico, ogni singolo spettatore, in continuo movimento, ad indossarle. Una bianca maschera, simbolo di protezione dietro il quale e per mezzo del quale liberamente sentirsi in grado di seguire e farsi trasportare in un intreccio drammaturgico per tutti i sensi, partecipando attivamente e scegliendo tra una miriade di percorsi. Una ricca, varia e dinamica scelta di possibilità narrative, nell'orfica ricerca dell'istante del possibile.

Seppur catapultati in una sorta di dolce smarrimento, la trama - una rilettura e interpretazione originale del romanzo incompiuto di René Daumal “Il monte analogo” - , a tutti gli effetti smette di indossare le vesti di assoluta protagonista, calandosi nei panni leggiadri di una sinfonia sibilata e soffusa da individuare o meno, da carpire o no, non importa. Ciò che conta è l'esperimento messo in scena, anzi in scene, dalla compagnia: stimolante, brillante e sì, anche un tantino azzardato. Ma esserci - in quanto assistere sarebbe un diminutivo - ne vale assolutamente la pena.

 

 

Federico Cirillo

 

24 febbraio 2015

 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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