Domenica, 08 Settembre 2024
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Radio Beat: L’epopea dell’Italia degli anni 60 in teatro a Roma


Recensione di Radio Beat, in scena al teatro Trastevere dal 12 al 22 febbraio      

"E i gatti, sul tetto, pazzi d’amore, gridano nelle grondaie. 

                                                                      E sono io ad essere pronto. Pronto ad ascoltare. 

                                                                      Mai stanco, mai triste, mai colpevole."
                                                           
  (I Want You, Bob Dylan, 1966)


Puntualizziamo, Radio Beat non è un viaggio nel tempo. Se vi aspettate nostalgiche riesumazioni e overdosi di mitizzazione non è il vostro spettacolo.
Se invece avete voglia di passere poco più di un paio d'ore condividendo l'entusiasmo e la passione che i Riding Sixties mettono in ciò che portano in giro per locali e teatri, allora Sì è il vostro spettacolo e vi consiglio vivamente di andarlo a vedere.

 


Radio Beat è la concretizzazione di qualcosa di davvero bello e che difficilmente dei musicisti riescono a realizzare: una radio live che vi aprirà le porte su un universo musicale ormai precluso dal tempo. Il racconto di un'Italia che non c'è più attraverso le canzoni che hanno segnato gli anni '60.


A guidarci sono la voce narrante Claudia Borzi e i Riding Sixties attraverso le note le parole e gli aneddoti che vengono narrati durante il dipanarsi della messa in onda.
Verremo così a scoprire che questi anni tanto favolosi non erano per chi li ha vissuti davvero e che al di là della mitizzazione a posteriori, non solo in Italia, furono un periodo storico pieno di contraddizioni.

Anche per quel che riguarda la musica, non tutta era beat, e infatti i più ascoltavano canzonette e la British Invasion fu lenta ma lasciò un segno indelebile sui giovani e gli artisti dell'epoca.
Sopratutto all'inizio il beat era un genere, potremmo dire con la terminologia di oggi, di nicchia, ascoltato da quei giovani che portavano i capelli lunghi e vestivano dismessi, una cosa che nell'Italia perbenista e borghese non era proprio ben accetta. Ma come tutte le rivoluzioni artistiche e culturali passo dopo passo alla fine riuscì ad affermarsi.

Da Londra ad Amburgo, da Parigi a Modena, passando per San Francisco andò sempre più consolidandosi un movimento artistico che portò alla nascita di veri e propri dibattiti diventando in breve una realtà concreta che fece da battistrada a quella che poi sarà la musica degli anni '70

I Riding Sixties fanno una vera e propria cavalcata che partendo da Elvis Presley passa per Kinks, Who, Yardbirds, Animals, Them, Byrds, Equipe 84, Rokes, Corvi, Nomadi, Primitives per finire con Beatles e Rolling Stones.

 


Pietro Maria Tirabassi (voce e chitarra), Enzo Civitareale (batteria e voce), Marco Bertogna (basso e voce), Simone Rauso (voce e chitarra) e Alberto Bolli (piano e voce) con la loro accuratezza filologica e timbrica e il trasporto che nasce dal loro calore emotivo ci aprono una porta che la freddezza di libri aneddotici e pieni di finte memorie, film e incisioni dell'epoca non riusciranno mai ad aprire minimamente.

 

Fabio Montemurro

19 febbraio 2015

 

 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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