Recensione dello spettacolo Troilo e Cressida. Storia tragicomica di eroi e buffoni. 16 - 18 gennaio case delle culture di Roma
"Lussuria, lussuria; sempre guerra e lussuria; non c'è nient'altro che rimanga di moda. "
(Tersite, Troilo e Cressida, William Shakespeare, 1601)
Un cerchio di stracci sporchi di sangue delinea e si stinge sempre più inesorabilmente intorno ai due campi rivali alle ultime battute della guerra di Troia e i protagonisti delle "eroiche (?) " gesta si rivelano istante dopo istante, sotto la pressione dell'insopportabile pressione generale, per quel che davvero sono, perdendo definitivamente le maschere che hanno troppo a lungo portato e che li hanno consacrati al mito e alla fama letteraria.
Agamennone: un dispotico e sadico depravato, Ulisse: un astuto burattinaio tessitore di intrighi, Pandaro: un ruffiano, Achille: un arrogante lussurioso, Patroclo: un ingenuo succube, Ettore: un giusto, sì, ma anche un irrimediabile stolto idealista, Tersite: un deforme e sboccato portavoce dei due campi, una sorta di grillo (s)parlante che, lavandosi le mani di tutta la questione, non si sporca fisicamente ma rimane sempre e comunque moralmente lercio.
In tutto questo assistiamo alla storia d'amore dei giovani Troilo e Cressida divisi dall'appartenenza diversa ai due popoli divisi dal conflitto.
Entrambi diventeranno le pedine inconsapevoli di una guerra "di trincea" ormai soltanto psicologica e snervante e il disincanto di entrambi, nel susseguirsi di imprevisti e degenerazioni, andrà a infrangersi contro l'eterno muro del cinismo e insieme a tutti gli altri verranno travolti dagli eventi e stretti nella morsa della Morte.
Un opera senza tempo quella di Shakespeare che si colloca nell'ambito della tragicommedia e che la riscrittura ad opera di Alessandro Paschitto e la messa in scena visivamente minimale ma recitativamente dettagliata del Collettivo Lunazione riportano alla sua più perfetta attuale incarnazione mantenendo l'aspetto tragico ma ponendo l'accento sull'assurdità di tutta la situazione e mettendo in luce la causticità e il messaggio di forno che furono prima di Chaucer e poi di Shakespeare.
La "questione di Elena" si rivela solo un pretesto per dare l'avvio alle ostilità e la Guerra di Troia,emblema di tutte le guerre, si rivela per ciò che è e che sempre è stata e sarà in tutte le guerre a venire.
Fabio Montemurro
20 gennaio 2015