Recensione de "Il Visitatore" in scena al teatro Quirino di Roma
Il sipario si apre e le luci cominciano ad ondeggiare sopra il palco, come se fossero cullate da un vento invisibile. Che sia voluto o meno non importa. L’effetto scenico è il giusto preludio per introdurre la valanga di parole, riflessioni e dubbi che Schmitt porta con sé.
Quella luce, folgorante, smuove le ombre della statica, quanto stanca, casa di un Freud che cerca di resistere al richiamo dell’orgoglio, facendo perfino finta che la musica della marcia nazista (che nel frattempo ha invaso la Sua Vienna) possa anche esser bella e godibile all’udito.
Come può, si chiede Freud (l’interpretazione di Alessandro Haber non può che dirsi ottima) esistere un Dio in grado di permettere che tutto ciò avvenga?
Ed ecco che in una delle sue notti più cupe, con i tedeschi che portano in Gestapo sua figlia Anna e la minaccia Nazista che lo vede costretto a scegliere fra morte ed esilio, che arriva Il Visitatore.
Alessio Boni veste i panni di un visitatore alquanto particolare. Un Dio che ride ed allo stesso tempo piange per la sua condizione e per quella degli altri. Il Visitatore cerca e lo fa con efficacia, merito dell’interpretazione di Boni che sa cogliere la maestria del paroliere Schmitt, di trasmettere attraverso il dubbio un semplice messaggio: la vita è mistero. Questo è un Dio che decide di non influire sulla vita degli uomini. Ma sarà, e qui sta il genio dell’autore, in grado di farlo con il ragionamento ed il dialogo. Parlando convincerà Freud a prender la giusta decisione. Ma, come giusto che sia, ecco che si insinua un altro dubbio. Si tratta veramente di Dio o di un impostore, un pazzo entrato in casa di Freud per prendersi gioco di lui? Scomparendo improvvisamente, senza dare risposte certe sulla sua vera identità, il Visitatore lascerà palco e platea con un dubbio millenario, quello della fede.
La messa in scena alla fine risulta efficace. La platea è sempre attenta, interessata ed alla ricerca di risposte. La regia di Valerio Binasco è folgorante, a tratti si viaggia nella luce della, presunta verità, a tratti nel buio della vera ignoranza.
Calzante l’interpretazione di Alessandro Tedeschi (mai cognome fu più appropriato) nel ruolo del nazista. Buona l’interpretazione di Nicoletta Robello Bracciforti nel ruolo di Anna Freud.
Uno spettacolo, in atto unico, che nonostante i temi trattati, scorre via veloce e con piacere. Da vedere per riflettere sui valori che vediamo in noi stessi e su quelli che crediamo di vedere negli altri.
Enrico Ferdinandi
29 novembre 2014
Informazioni
Teatro Quirino
25 novembre / 7 dicembre
ALESSANDRO HABER ALESSIO BONI
traduzione e adattamento Valerio Binasco
GOLDENART production
IL VISITATORE
e con Nicoletta Robello Bracciforti Alessandro Tedeschi
di Éric-Emmanuel Schmitt
musiche Arturo Annecchino
scene Carlo De Marino
costumi Sandra Cardini
regista assistente Nicoletta Robello Bracciforti
regia VALERIO BINASCO
personaggi e interpreti
Sigmund Freud Alessandro Haber
Il Visitatore Alessio Boni
Anna Freud Nicoletta Robello Bracciforti
Il nazista Alessandro Tedeschi