[...]ed ogni volta
che baciava, moriva sull'amato
corpo che come rosa appena colta
era fragrante [...]
(Amore e morte,Poesie,Sergio Corazzini)
Come sfondo storico la tragedia del Vajont l'omicidio di J.F. Kennedy il matrimonio di Sophia Loren con Carlo Ponti e alla radio Rita Pavone, Teddy Reno, Michele, Mina...e sulla scena Lucio nella sua sartoria di abiti militari col suo italiano fatto di mille sfumature dovute alla cadenza di ogni luogo in cui ha vissuto quando il padre e la madre, grandi sarti, si spostavano per l'Italia per lavoro.
E un giorno la commissione di un abito da sposa per le il matrimonio (anticipato?!?) della figlia di un capitano e la necessità di una ricamista.
Ed ecco dal nulla arriva Nunzia,una ragazza d'altri tempi, silenziosa e riservata e quello che sembrava soltanto un bel lavoro che poteva riportare nella sua sartoria l'atmosfera che respirava da ragazzo quando era ancora vivi i genitori e qualche guadagno in più nelle tasche con la promessa di qualche altra buona commissione, diventa per Lucio insieme a Nunzia un viaggio catartico, scandito tappa dopo tappa nel nascere assemblarsi e crescere del vestito da sposa sul corpo inerte del manichino al centro della scena.
Pian piano i due protagonisti, tra schermaglie ed atti di comunicazione e non,iniziano a conoscersi; alla diffidenza di una e al sarcasmo indifferente dell'altro subentra la scintilla del calore dell'amicizia di chi lavora gomito a gomito su due tavoli adiacenti in un spazio ristretto,riescono a sbloccarsi emotivamente e anche se il cerchio si chiude in un atto tragico (ma al contempo ironico) e liberatorio di distruzione, fuori campo non intravediamo macerie ma la luce abbagliante della rinascita.
Il vestito da sposa assume il valore simbolico del tradimento da una parte e di incomprensione dall'altro ponendo a confronto due "Italie": quella dei primi anni '60 del Boom economico forse un po' troppo provinciale ma fatta di tanti piccoli atti concreti e quella globalizzata di oggi fatta troppo spesso di tante piccole falsità e di una grande ipocrisia e in sostanza piena solo di vuote apparenze.
Fabio Montemurro
5 novembre 2014