La superficialità dei beni materiali e del possedimento fisico contro la profondità di uno sguardo che penetra ed è in grado di cogliere il vero io di una persona, il bene più ambito.
Questo è il filo conduttore de “Il mercante di Venezia” di William Shakespeare in scena al Teatro Quirino di Roma. Giorgio Albertazzi veste con grande impeto le vesti dell'ebreo Shylock, sguardi bassi e un incedere, a volte veloce e freddo altre lento e sagace, regala alla platea l'ennesima encomiabile interpretazione.
Nel ruolo di Bassanio un tenebroso Francesco Maccarinelli diviso fra le passioni della gioventù, le necessità imposte dalla società e la genuina, fraterna e amorosa amicizia con il mercante Antonio.
Quest'ultimo, interpretato da Franco Castellano, lo aiuterà a sopperire ad una necessaria mancanza. Quella più effimera, ma allo stesso tempo maggiormente necessaria: il denaro. Apparire ricco è fondamentale per Bassanio, altrimenti non potrebbe provare a conquistare la bella Porzia (Stefania Masala).
Antonio però non dispone di denaro liquido, in quanto tutti i suoi averi sono investiti in affari marittimi e per aiutare Bassanio ricorrerà ad un patto con l'ebreo Shylock. Farà da garante a Bassanio per ottenere tremila ducati in prestito, rigorosamente con interesse, e una particolare clausola: una libbra della sua carne in dono a Shylock se non sarà in grado di onorare il prestito entro i tre mesi.
Lo scontro religioso accende il palco del Quirino. Con esso gioca l'amore, portando dubbi e incertezze. Una chimera difficile da gestire nel quotidiano vivere, figurarsi quando le cose si fanno più complicate. Chiave di volta per la caduta dell'ebreo Shylock sarà nelle scelte compiute da sua figlia Jessica (Ivana Lotito) che innamorata del cristiano Lorenzo (Simone Vaio) rinnegherà le sue origini fuggendo di casa. Un affronto al quale Shylock reagirà con grande fermezza e freddezza. Al contrario sembrerà esser più preoccupato per i suoi beni materiali ai quali è pronto a rinunciare solo per vendetta. Tuttavia anche quando si parla di odio, in un certo senso, anche di amore si tratta. Amore che ogni persona/personaggio vorrebbe veder corrisposto come egli crede. La perfetta relazione diviene così un'equazione dalla quale viene escluso a priori il fattore compromesso ed ogni legame diviene così fragile ed inevitabilmente fondato su una bugia, in quanto la genuinità cede il posto al fare per far felice l'altrui animo amato.
In questo maremoto di umori ed emozioni spicca l'interpretazione di Cristina Chinaglia. Il suo Job, il Lancillotto Gobbo servo di Shylock, è l'unico personaggio che rimane se stesso e che con la sua duplice sensibilità sa cogliere più degli altri i voleri e le volontà di chi vive quell'angolo di mondo in quel dato tempo.
Un ottimo gioco di luci ed allestimenti immerge il pubblico in una Venezia lontana nel tempo ma vicina a noi in quanto traghettatrice di quelle domande alle quali forse non troveremo mai risposta.
Enrico Ferdinandi
@FerdinandiE
23 ottobre 2014
Informazioni
21 ottobre / 9 novembre
Ghione Produzioni
GIORGIO ALBERTAZZI
IL MERCANTE DI VENEZIA
di William Shakespeare
e con Franco Castellano
scene Paolo Dore
costumi Daniele Gelsi
consulenza storico letteraria Sergio Perosa
regia Giancarlo Marinelli
NUOVO ALLESTIMENTO
personaggi e interpreti
Shylock Giorgio Albertazzi
Porzia Stefania Masala
Antonio Franco Castellano
Doge Paolo Trevisi
Bassanio Francesco Maccarinelli
Graziano/Pretendenti Diego Maiello
Jessica Ivana Lotito
Job Cristina Chinaglia
Lorenzo Simone Vaio
Nerissa Vanina Marini
I Ancella Alessandra Scirdi
II Ancella Erika Puddu
III Ancella Francesca Annunziata
Giorgio Albertazzi
con la sua Compagnia
e il Teatro Quirino
in omaggio al genio del Bardo
nel 450° anno dalla nascita.