Se fosse possibile tradurre in drammaturgia l'intima finezza de Le bolle di sapone, di Chardin, o della commovente perfezione “calligrafica” della miniatura medievale, lo spettacolo Due passi sono sarebbe sicuramente tra le possibili metamorfosi.
Ivi si svolge il compiersi quasi maieutico di uno spazio intriso di onirica surrealtà, ove un ambiente domestico apparentemente convenzionale si rivela diffuso di strane presenze immateriali: una bottiglia di plastica smisuratamente lunga, un fiore con tanto di stelo grande e colorato quanto fatto all'uncinetto, di cui però non disorienta il suo ruolo di pianta decorativa, perché perfettamente parte di questo luogo di innocente fantasia; e proprio il fascino infantile del microcosmo d'un carillon “tintinnante” nel suo meccanico svolgersi appare evocato in alcuni passaggi, quasi transizioni da una fase ad un'altra della struttura drammaturgica.
Quello che appare uno statico presente si rivelerà infatti tutt'altro che immutabile, giungendo infine allo scardinamento di questa realtà asfissiante in cui vivono i due personaggi, Pe e Cri, i quali inquilini di un mondo avvinghiato da fobie, ansie e ipocondrie, ma comunque intriso di affetto, empatia e sensibilità, giungeranno proprio tramite queste e quelle diversità caratteriali, che nel loro stridere saranno crogiolo di simpatiche gag, a trovare la chiave della risoluzione dei loro “vincoli” e così al compimento completo del loro amore.
Vicendevolmente colmando le debolezze dell'altro affronteranno l'esterno, con un incantevole finale che non sveliamo, ma di cui non possiamo tacere sulla portata metaforica di un sé auspicato e raggiunto proprio ragionando su quelle caratteristiche che infine, rilette da un diverso punto di vista, diverranno spendibili come punti di forza, ed espressa scenicamente con un'immagine estremamente poetica.
Giuliano Armini
4 aprile 2014
Due passi sono
scene e costumi: Cinzia Muscolino
disegno luci: Roberto Bonaventura
aiuto regia: Roberto Bitto
Teatro Vascello
fino al 13 aprile 2014
dal giovedì al sabato alle 21.30; la domenica alle 18.30
Via Giacinto Carini, 78 (Roma)