Lunedì, 25 Novembre 2024
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Racconti Incivili al teatro Eutheca di Roma

"Marco Polo descrive un ponte, pietra per pietra.

  • Ma qual è la pietra che sostiene il ponte? - chiede Kiblai Kan

  • Il ponte non è sostenuto da questa o quella pietra, - risponde Marco, - ma dalla linea dell'arco che esse formano.

Kublai Kan rimane silenzioso, riflettendo. Poi soggiunge: - Perchè mi parli delle pietre? È solo dell'arco che m'importa.
Polo risponde: - Senza pietre non c'è arco."

(Le città invisibili, Italo Calvino, 1972)

 

 

 

Del grande mosaico di Racconti Incivili abbiamo potuto vedere,non per mancanza di disponibilità dell'organizzazione e tutto ma per nostra mancanza di tempo,solo le ultime tre tessere animarsi davanti ai nostri occhi e farci rimpiangere di non aver trovato il tempo di assistere all'intera rassegna che ha animato tra grottesco comico e ironia il teatro Eutheca facendo nascere nelle menti degli spettatori non poche riflessioni.

Domenica 6 aprile ore 21.00 minuto più minuto :

Il palcoscenico spoglio,la scenografia al limite dell'essenziale una sedia un palo delle indicazioni stradali due musicisti commentatori in ombra di ciò che accade sul palco e i binari di un treno con un trenino.

Ma così pochi elementi scenici possono davvero fare da scenografia e cornice a tre storie diverse senza per questo renderle niose e ridondanti?
Sì,possono e come,se i tre singoli interpreti (Sandra,Danilo e Flavio) non si limitano ad usare solo le parole per descrivere visualizzare raccontare,ma vanno oltre,narrando le loro storie materializzando dal nulla personaggi luoghi,personaggi e fatti con gesti movimenti del corpo ed espressioni facciali caratterizzazioni che rendono tangibile un mondo tanto visibile quanto invisibile ai nostri occhi anestetizzati dalla televisione dalla pubblicità dall'insistente finzione di ogni giorno e quindi disabituati alle brutture della vita.

Tutto è iniziato con 'Soltanto Parole – Ero(T) ica' il resoconto di una donna non più giovane che dopo aver scoperto che il marito la tradisce con una ragazzina sentendosi ormai destinata al viale del tramonto,sola e senza amiche,risponde all'annuncio di lavoro di Linea amica e una volta contattata decide di partire dalla provincia per Roma dove al telefono dovrà affrontare una realtà molto ma molto più grande di lei.

E' seguito poi 'L'ultimo numero del domatore di colori' la storia di un incontro a Parigi di un giovane giornalsta e di un clown depresso perchè il suo saper domare i colori l'ha portato fuori dall'ombra e la clebrità con tutti i problemi che porta l'ha convinto a rilasciare un ultima intervista prima di suicidarsi pirandellianamente.

Infine 'Occhi in polvere' storia di un bambibìno africano (uno dei tanti milioni ogni anno) che viene letteralmente strappato alla tranquilla vita del villaggio e portato a lavorare nei nell'Inferno dei campi di cacao.

Lo spettacolo scorre via fluido e veloce trovando il tempo anche per i CCCP con un trenino che passa arrancando sui binari e spesso deragliando,un po' come la vita delle ombre protagoniste delle storie che per un breve istante vengono messe in luce e nelle quali chi in un punto chi in un altro troviamo tutti un barlume di contatto reale con un istante imprecisato della nostra vita dove forse c'è proprio capitato di scorgere una di queste ombre o dove forse proprio noi eravamo una delle tante ombre e ci viene anche da pensare che forse lo siamo ancora nonostante vogliamo illuderci di essere l'opposto...e alla fine la rabbia e la sfida di "Buona cioccolata a tutti!!!" renderà un cioccolatino più amaro e pungente di un chicchiaio di sale.

 

 

Fabio Montemurro

12 aprile 2014

 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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